di Glauco Nori
L’atmosfera politica si sta raffreddando, almeno così sembra. Si può tentare di mettere un po’ di ordine in quello che si è letto e sentito fino a poco fa per superare l’impressione che si voglia arrivare a una Costituzione à la carte, da interpretare nel modo più comodo al momento.
L’aspetto giuridico (quali sono i poteri e a chi competono) e quello che, per rendere l’idea, si potrebbe definire della discrezionalità (come i poteri sono stati esercitati) saranno tenuti distinti, partendo dal primo
C’è chi ha sostenuto che si sarebbe attentato alla sovranità. L’art.11 della Costituzione ne consente espressamente le limitazioni, in parità di condizioni con gli altri Stati, “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” (non va trascurata la maiuscola adottata nel testo).
La norma, come è risaputo, fu introdotta per consentire l’adesione all’ONU. In Assemblea fu proposto di riferire le limitazioni anche “alla unità dell’Europa”. Fu condivisa l’opposizione dell’on. Ruini: ”L’aspirazione alla unità europea è un principio italianissimo: pensatori italiani hanno messo in luce che l’Europa è per noi una seconda patria. E’ parso però che, anche in questo momento storico, un ordinamento internazionale può e deve andare anche oltre i confini dell’Europa”.