Von der Leyen bis, il vuoto della politica

di Andrea Guazzarotti

La candidata alla Presidenza della Commissione per il Partito popolare europeo, Ursula von der Leyen, è stata prima designata dal Consiglio europeo (capi di Stato o di governo), poi eletta dal Parlamento europeo (PE). La Presidente uscente, candidata del più grande gruppo politico al PE, è stata, dunque, riconfermata, dopo che il suo gruppo ha ottenuto una chiara maggioranza relativa, in crescita rispetto alle precedenti elezioni europee.

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Il Wall Street Consensus sbarca in Eurolandia

di Andrea Guazzarotti*

Il Parlamento europeo ha appena approvato il nuovo Patto di stabilità (e crescita?) destinato, dopo la sospensione del vecchio Patto durante la pandemia, a vincolare i futuri piani di bilancio degli Stati dell’UE. Dopo lunghe negoziazioni – e nonostante il mea culpa della Commissione sui guasti prodotti dal vecchio – il nuovo Patto riproduce la stessa logica ispirata all’austerity e alla diffidenza di Germania e ‘frugali’ per gli investimenti pubblici a debito.

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I sonnambuli degli Stati Uniti d’Europa

di Andrea Guazzarotti

Le istituzioni e i governi dell’UE, come sonnambuli, stanno incamminandosi sul baratro degli ‘Stati Uniti d’Europa’. L’invocazione del superstato europeo è stata fatta di recente dall’eterno Mario Draghi e dal Parlamento europeo (Lanzalaco); contemporaneamente, Commissione e Consiglio europeo aprono all’adesione di Ucraina e Moldavia nell’UE, progettando di includere anche la Georgia. Le conseguenze geopolitiche di ammettere Paesi in guerra con (o parzialmente occupati dal)la Russia sono inaudite, ma tutto ciò sembra non spaventare troppo i sonnambuli.

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La malattia dell’Europa – Un punto di vista fuori dalla cronaca

di Claudio Tani

   « La maladie de l’Europe est de ne croire à rien et de prétendre tout savoir. Mais elle ne sait pas tout, il s’en faut, et, à juger par la révolte et espérance où nous sommes, elle croit à quelque chose : elle croit que l’extrême misère de l’homme, sur une limite mystérieuse, touche à son extrême grandeur. La foi, pour la majorité des Européens est perdue.» (Albert Camus, Réflexions sur la guillotine, in Réflexions sur la peine capitale, con Arthur Koestler, 1957, Calmann-Lévi, 1979, 166 ss.).

 

1. Razzismo, religione e politicaDouglass, cristiano ed ex schiavo liberato, sfidava il razzismo scientifico del suo tempo e contestava l’esclusione “ellenomaniacale” dell’Africa dalla narrazione occidentale sulla storia della civiltà. La sua appartenenza religiosa non lo rendeva cieco di fronte alla complicità del cristianesimo con la pratica della schiavitù: “Se dovessi mai tornare alla condizione di schiavo, la calamità più grande che potrebbe capitarmi, dopo questo, sarebbe di diventare schiavo di un padrone religioso. Perché, di tutti i padroni di schiavi che abbia mai incontrato, quelli religiosi sono i peggiori.“ (F. Douglass, 1855, My Bondage and My Freedom, cit. da P. Gilroy in The Black Atlantic, Ed. it. 2019, Meltemi, 152).

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ASAP, Europa della difesa o funzionalismo bellico?


di Federico Losurdo

Con il voto determinante di popolari e conservatori, una maggioranza che prefigura scenari inediti in vista delle prossime elezioni europee, il Parlamento di Strasburgo ha approvato in prima lettura l’Act in Support of Ammunition Production (ASAP), una proposta di regolamento che mira alla conversione del complessivo sistema economico-industriale europeo alle prioritarie esigenze della guerra russo-ucraina (la base giuridica prescelta è l’art. 173 TFUE).

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Quel pasticciaccio brutto della riforma degli artt. 11 e 117 Cost.

di Marco Dani e Andrea Guazzarotti

“Le norme dei Trattati e degli altri atti dell’Unione europea sono applicabili a condizione di parità e solo in quanto compatibili con i princìpi di sovranità, democrazia e sussidiarietà, nonché con gli altri princìpi della Costituzione italiana”. Questa sarebbe la disposizione che alcuni deputati e senatori di Fratelli d’Italia (FdI) vorrebbero aggiungere all’art. 11 della Costituzione e che da qualche giorno ha mandato in allarme editorialisti e anche qualche collega, preoccupati dal fatto che una simile proposta prefiguri una deriva antieuropeista in stile polacco.

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Il dovere ambientale “di fare” dopo la riforma costituzionale

di Ines Bruno

Innumerevoli e contrastanti risultano i commenti della dottrina italiana alla riforma degli artt. 9 e 41 della Costituzione: da molti ritenuta quasi ridondante rispetto alle acquisizioni evolutive della giurisprudenza costituzionale in materia ambientale (cfr., tra i tanti, Cassetti); da altri qualificata addirittura pericolosa nella misura in cui porrebbe freni alla libertà del mercato e della concorrenza (Di Plinio) o al primato dell’essere umano sulla natura (Scarselli); da altri ancora apprezzata per il fatto di individuare un nuovo “controlimite”, quello appunto ambientale e intergenerazionale, all’applicazione del diritto europeo (Morrone).

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La politica estera dell’UE rispetto all’Ucraina: fine dell’illusione del soft power?

di Andrea Guazzarotti

 Nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla Relazione sull’attività della Corte costituzionale nel 2021, il Presidente Giuliano Amato ha adombrato il tramonto della strategia dell’UE incentrata sul soft power, anziché sull’hard power: «in tempi di lupi, quanto è efficace esercitare il soft power

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