di Camilla Buzzacchi (20.08.20)
Prendere posizione contro la riforma costituzionale che potrebbe determinare la riduzione di più di un terzo dei membri del Parlamento può apparire un esercizio di accademia in cui si misurano tecnici quali i “costituzionalisti del no”, che da più parti sono stati invitati a produrre argomenti convincenti per una causa che pare ormai perdente nel clima culturale dominante.