Tra le scadenze elettorali collegate al rinnovo delle Camere ve n’è una particolarmente stringente: a norma dell’articolo 7, comma 1, del d.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, i soggetti indicati dalla disposizione citata – tra cui rientrano i sindaci dei comuni con più di ventimila abitanti – qualora intendano candidarsi alla Camera o al Senato devono presentare le dimissioni dalla carica ricoperta almeno centottanta giorni prima della data di scadenza del quinquennio di durata della Camera dei deputati, calcolato a partire dalla data della prima riunione delle nuove Camere (art. 7, comma 3).
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Poteri ai sindaci…? Sì, ma quali…?
L’ennesimo d.p.c.m., approvato lo scorso 18 ottobre a fronte della impennata dei contagi dovuta alla recrudescenza pandemica, riaccende il conflitto (mai sopito, v. la recente vicenda della chiusura delle scuole in Campania) Stato-enti territoriali sulle competenze in materia.
Seggio o son desto? Il sindaco che si candida alle elezioni politiche rischia…
di Roberto Bin
Il Sindaco di Imola, Daniele Manca, ha annunciato le sue dimissioni, per potersi candidare alle politiche. Ma la legge è precisa: lui, come tutti gli altri sindaci che non si sono dimessi per tempo, sono ineleggibili.
di Giovanni De Plato
Le parole dell’assessore alla sicurezza del comune di Bologna sulla questione dell’ordine e della legalità, sono davvero preoccupanti.
Chiamarsi “sindaca” è illegittimo?
Un malinteso sull’uguaglianza
di Gabriele Maestri
Molti telegiornali hanno dato con rilievo la notizia dell’ordinanza con cui il tribunale di Roma aveva respinto il ricorso che chiedeva di dichiarare l’ineleggibilità di Virginia Raggi allo scranno più prestigioso del Campidoglio, nonché la nullità del «Regolamento e codice di comportamento» per candidati ed eletti del Movimento 5 Stelle a Roma.