Autonomia differenziata. Il punto di vista di una modesta esperienza diretta

di Claudio Stefano Tani 

Il decennio 1970/1980 si era aperto con la strage di Piazza Fontana e gli echi della bomba (morte di Pinelli, Calabresi e la strage alla Questura di Milano) e chiuso con la strage di Bologna; nel mezzo l’Italicus, via Fani e l’assassinio di Aldo Moro, di Guido Rossa e Walter Tobagi. In questo drammatico clima politico venivano approvati lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, il diritto all’aborto, la riforma sanitaria e si avviava l’attuazione dell’art.115 della Costituzione.  Questo il contesto alla nascita e alle prime esperienze delle Regioni a statuto ordinario, che smentirono scetticismo di molti.

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Decreto Salva Casa e “semplificazioni” dei mutamenti di destinazione d’uso senza opere. Ma le Regioni possono reagire!

di Giacomo Menegus

Distratto dall’allettante possibilità di allestire una verandina sul giardino o sanare il più classico tramezzo abusivo, il dibattito pubblico sul c.d. “Decreto Salva Casa” (Decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica”) ha fatto passare pressoché indenne da attenzioni un altro intervento legislativo di un certo rilievo, potenzialmente foriero – se confermato in sede di conversione – di impatti non irrilevanti sulle nostre città.

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I rischi dell’autonomia differenziata  

di Ivo Rossi e Alberto Zanardi

Il processo di attuazione dell’autonomia differenziata è arrivato a un giro di boa: martedì scorso (23 gennaio) il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge Calderoli che ha l’obiettivo di regolare le modalità di attribuzione e di finanziamento delle funzioni pubbliche aggiuntive richieste dalle singole Regioni a statuto ordinario, secondo quanto previsto dall’art. 116, terzo comma della Costituzione

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Presidenzialismo? Quello delle regioni ha creato monarchie assolute e svuotato le assemblee legislative

di Ivo Rossi

Presidenzialismo è diventata parola chiave dell’attuale stagione politica, indicata quale formula salvifica dei problemi italiani. Alcune volte viene richiamata quale strumento per eliminare l’instabilità dei governi, altre per affidare ai cittadini la decisione della scelta di chi governa, a partire dal presidente designato. Quale Presidente?

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Se questo è regionalismo

di Camilla Buzzacchi

In questo inizio del 2023, dopo ventidue anni dall’introduzione della previsione in Costituzione di un modello di regionalismo c.d. “differenziato”, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario.

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C’è da riflettere

di Glauco Nori

Quello che sta succedendo non solo in Italia, e che probabilmente continuerà, induce a domandarsi se si possa ancora fare affidamento sugli  strumenti disponibili. Vale anche per la Costituzione che, destinata a durare nel tempo, può sostenere aggiornamenti, insufficienti quando, per il cambiamento delle condizioni di fondo, diventa necessario rivederne la struttura.

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Regioni e Università

di Camilla Buzzacchi Roberta Calvano

Pubblichiamo due commenti che hanno ad oggetto la stessa pronuncia della Corte costituzionale, la sent. 132/2021. La sentenza riguarda una legge con cui la Regione Veneto ha cercato di aprirsi un varco verso la materia “università”, una della materie a cui si era indirizzata la richiesta della Regione di attuare l’autonomia differenziata di cui all’art. 116.3 Cost. I commenti sono di Camilla Buzzacchi e Roberta Calvano.

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Ma davvero Zagrebelsky vorrebbe abolire le Regioni? O invece il tarlo che lo rode è un altro

di Enzo Balboni

La lettura del recente articolo di Gustavo Zagrebelsky “La democrazia dell’emergenza” (La Repubblica del 18-11-2020) mi ha lasciato sconcertato. L’assunto principale mi sembra questo: poiché le Regioni sono state governate male sarebbe buona cosa abolirle! (N.B.: il punto esclamativo non è mio, ma dell’Autore). Il tutto in nome e per conto dell’emergenza che farebbe a pugni con la democrazia. Là dove emerge un’emergenza ci vuole un decisore unico e risoluto.

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Regionalismo: la differenziazione indotta dalla pandemia. Una proposta di discussione

di Gianclaudio Bressa, Gianmario Demuro, Ivo Rossi

La suddivisione della penisola in base alla circolazione del virus e alla diversa capacità di risposta dei sistemi sanitari regionali, pur con i limiti che rimandano alla omogeneità e attendibilità dei dati e al netto delle polemiche politiche, introduce una differenziazione territoriale e una salutare responsabilizzazione dei soggetti chiamati a fornire le risposte necessarie a combattere il Covid-19.

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Società ed istituzioni dopo la pandemia: in dialogo con Edoardo Chiti

di Francesco Manganaro*

La discussione sollecitata da Edoardo Chiti prende spunto dal fatto che “la pandemia sia un fenomeno che avvia dei processi di trasformazione non transitori”. Il punto è se e quali effetti permanenti la vicenda attuale insegna al nostro stile di vita e, per quanto più interessa in questa sede, alle istituzioni pubbliche ed al suo diritto.

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