Sin dall’emergere della crisi “Covid-19” il sistema istituzionale italiano ha tentato, con esiti non sempre pienamente soddisfacenti anche tenendo conto delle difficoltà del momento, di governare la pandemia operando su una scala di tipo regionale.
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Autonomia speciale e buon senso ordinario
Nel discutere del rilancio delle autonomie territoriali nell’ordinamento italiano in una recentissima occasione nella quale erano presenti autorevoli costituzionalisti (che da tempo indagano il sistema autonomistico del nostro Paese), ho sostenuto, da studioso interessato a preservare un assetto democratico e partecipativo nel quale si possa esprimere il “buon” autogoverno territoriale, una tesi semplice che mi appare logica e in linea con gli scopi dichiarati e perseguiti in particolare dai colleghi che si occupano della questione con maggiore competenza e profondità.
Si muovono anche le montagne. Il referendum per il distacco dal Piemonte della Provincia del VCO
Il Consiglio dei ministri dello scorso 8 agosto ha deliberato, su proposta del Ministro dell’interno, Matteo Salvini, l’indizione di un referendum consultivo per il distacco della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (VCO), dalla regione Piemonte e la sua aggregazione alla regione Lombardia.
Più responsabilità per più autonomia
di Fulvio Cortese
L’autonomia territoriale è al centro di un rinnovato interesse. Sul piano del discorso pubblico internazionale, le ambizioni indipendentiste della Catalogna hanno spinto tutti a domandarsi se e come, all’interno di uno Stato che pure la riconosce e la garantisce, un’autonomia particolarmente qualificata possa farsi sovranità. Ma gli spunti sono tanti anche sul piano italiano. Anzi, su questo piano, che si discuta di autonomia in modo aperto e serio è ciò che ci si auspica da tempo.
La riforma a 5 stelle
di Roberto Bin
“Dopo mesi di lavoro, di studio e di confronti con diversi esperti – si legge nel blog di Beppe Grillo – siamo orgogliosi di aprire la discussione sul programma delle Riforme istituzionali del MoVimento 5 Stelle”. Le proposte, che naturalmente dovranno essere sottoposte al voto degli iscritti, intendono “esaltare lo scopo principale della Costituzione”, che sarebbe “la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle sue decisioni essenziali”.
Il punto sulle Province: vanno al voto per i consigli,
ma sono indebolite dai tagli
di Roberto Bin
In questi giorni si svolgono le elezioni di metà dei Consigli provinciali (per i dati precisi clicca qui) e naturalmente questa è l’occasione per il riaccendersi delle polemiche sulle Province. Ma non dovevano essere abolite? Perché si è sottratta al voto popolare l’elezione dei loro organi?