In questa sezione pubblichiamo i link ai programmi elettorali presentati insieme ai simboli dei partiti e pubblicati dal sito del Ministero degli interni in vista delle elezioni del 4 marzo 2018. Documenti che dovrebbero essere vincolanti essendo la base per conquistare il voto dei cittadini. Si tratterà poi di vedere, una volta al governo, quanto dei programmi verrà realizzato concretamente. Certi “programmi” sembrano più una riedizione riveduta e corretta delle promesse elettorali o degli slogan lanciati dai leader in queste settimane.
promesse elettorali
Leader per leader, il catalogo delle promesse elettorali. Ecco le ultime
Ultime del promessometro. La più importante è di Matteo Renzi che promette: “Mai al governo con Berlusconi, ha gia guidato il Paese e ha fallito”. Berlusconi ci ripensa sul Jobs Act. Di Maio promette l’abolizione della legge sugli studi di settore, l’abolizione del redditometro e dello spesometro. Salvini si corregge in parte sui vaccini e promette di cancellare la tassa sulle sigarette elettroniche.
Aggiorneremo e completeremo il tabellone che trovate qui sotto nel corso della campagna elettorale.
Non ci sono più
le allodole di una volta
di Antonio Ramenghi
Non passa giorno che il “promessometro” si arricchisca di qualche promessa dei leader dei partiti. Con qualche accenno, pochi, di cautela. Qualcuno ha prudentemente rivisto al ribasso le sparate dei primi giorni di campagna elettorale. Probabilmente ha fatto presa, con un po’ di ritardo, l’invito del Presidente della Repubblica ad annunciare promesse che siano accompagnate dalla virtù della concretezza. Ancora poche sono quelle accompagnate dal corrispondente piano di copertura finanziaria. Sicuramente gli specchietti per allodole non ottengono l’effetto sperato sugli elettori già stati presi in giro nelle tornate elettorali precedenti.
Promesse elettorali: e se oltre le fake news ci occupassimo delle fake promises?
di Roberto Bin
La legislatura è finita discutendo di una proposta di legge che persegua le fake news: non si è fatto nulla, per fortuna, poiché il tema è troppo delicato per darlo in pasto ad assemblee parlamentari ormai ridotte ad arene dove falsi gladiatori combattono con falsi leoni. Però qualcosa si dovrebbe fare contro le false promesse elettorali.
Perchè non conviene ai partiti
indicare il candidato premier prima del voto
di Antonio d’Andrea
C’è qualche aspetto che giudico singolare in questo inizio, tra lo scoppiettante ed il patetico, di campagna elettorale che dovrebbe lasciarsi alle spalle l’attuale XVII Legislatura, arrivata alla fine naturale “assorbendo” l’inatteso esito tripolare del voto del febbraio 2013 e “rimaneggiando”, oltre il prevedibile, gli schieramenti coalizionali (definitivamente riesumati dal c.d. rosatellum) che vengono ricondotti – più per abitudine e pigrizia mentale – ad un centro-sinistra e a un centro-destra.