La ricerca di un appartamento in affitto nel cuore di Roma da parte di Sergio Mattarella, le continue domande all’indirizzo di Draghi su una sua ipotetica salita al Colle hanno riacceso i riflettori sulla corsa presidenziale;
presidente della repubblica
Pertini e Mattarella: elementi di un confronto
Le toccanti dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il 40° seminario per la formazione federalista europea in occasione dell’80° anniversario del Manifesto di Ventotene lasciano trasparire un accostamento alla memorabile figura di Sandro Pertini, dallo stesso invocato.
A che serve il “semestre bianco”?
Dalla discussione sull’art. 88 (che vieta al Presidente della Repubblica du sciogliere le Camere negli ultimi 6 mesi del mandato) in Assemblea Costituente si desume che l’obiettivo è stato di evitare un possibile abuso di potere da parte del Presidente della Repubblica.
Perché il messaggio di fine anno di Mattarella indica alcuni preziosi rimedi contro il populismo. In risposta a Pietro Faraguna
Non condivido affatto il commento – scritto evidentemente “a caldissimo” – da Pietro Faraguna a proposito del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Discorso di fine anno 2019: il virus populista contagia il Quirinale?
Il 2019 si è concluso e immancabile è stato salutato dal discorso del Presidente della Repubblica. Un discorso apparentemente “classico”, che ha suscitato le reazioni più classiche: elogio diffuso da parte di (quasi) tutte le forze politiche, e reazioni più fredde da chi ha più interesse a far notare la propria diversità.
“A me pare ormai una barzelletta”. Ma la riforma delle autonomie non farà ridere il Presidente Mattarella
È stato il Presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a definire così l’ennesimo rinvio della decisione del Governo sulle “maggiori autonomie”. Ma non è una barzelletta divertente.
Promulgazione presidenziale con indicazioni per l’interpretazione: segni dell’evoluzione delle garanzie costituzionali
La vicenda della promulgazione con nota presidenziale di accompagnamento (che si legge sul sito web dell’organo) della legge che emenda – ampliandone la portata scriminante, rispetto alla formulazione preesistente della disposizione, i presupposti di esercizio della legittima difesa – ha suscitato anche su queste colonne un interessante dibattito.
La promulgazione “abrogante” della legge sulla legittima difesa e la fiducia del Presidente
Il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge sulla legittima difesa e contestualmente ha inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei ministri, in cui, da un lato, ha proposto un’interpretazione conforme a Costituzione della principale disposizione della nuova disciplina (che, di fatto, ne neutralizza tutta la dirompente – e incostituzionale – carica innovativa, tanto pubblicizzata dalla maggioranza di governo); dall’altro, ha sottolineato due profili d’illegittimità costituzionale per irragionevolezza delle previsioni normative introdotte.
Un nuovo problema per il Presidente Mattarella: si può introdurre il reddito di cittadinanza con un decreto-legge?
Sin dall’inizio questo Governo ha mostrato di non voler prendere sul serio quell’impegno scritto nel mitico “contratto” di maggioranza: “Vogliamo rafforzare la fiducia nella nostra democrazia e nelle istituzioni dello Stato. Intendiamo incrementare il processo decisionale in Parlamento e la sua cooperazione con il Governo” (su cui rinvio a Il governo della continuazione).
Il discorso del Presidente Mattarella: «L’Italia che ricuce» ai tempi della disunità nazionale
Un giorno qualche mio collega dovrà pensarci – visto che una ricerca di tal genere non mi risulta essere mai stata compiuta – ad assegnare una tesi di laurea o di dottorato sulle immagini del Paese (e dei caratteri dei rispettivi autori) che emergono dai messaggi di fine d’anno dei Presidenti della Repubblica pronunciati fino alla sua stesura, o forse il proposito potrà realizzarlo un brillante ricercatore in cerca di gloria e di carriera, o infine un vecchio professore che di storia costituzionale ne ha vista passare tanta (e allora chi scrive si candida alla bisogna).
Perché il decreto di nomina dei ministri proposti dal Presidente del Consiglio incaricato non ha natura “sostanzialmente governativa”
Secondo un detto popolare “il diavolo si cela nei dettagli”. E a volte possono celarsi insidie inedite per la prassi politico-istituzionale proprio in quelle pieghe del testo della Costituzione che la dottrina non ha preso sul serio, pensando che non valesse la pena approfondirne troppo le implicazioni. È il caso dell’art. 92 della Costituzione, che in questi giorni attira l’attenzione del dibattito sia specialistico che politico-giornalistico.
In tema di nomina dei ministri e poteri del Presidente della Repubblica
La recentissima vicenda del (mancato) Governo Conte ha riaperto il dibattito sull’iter di formazione dell’esecutivo e, soprattutto, sui poteri del Presidente della Repubblica in ordine alla nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri. È noto che, in argomento, le disposizioni costituzionali sono assai stringate, limitandosi l’art. 92 a disporre che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Il resto è demandato a consuetudini, convenzioni, prassi, non per questo meno cogenti delle norme espresse, ma indubbiamente più sfuggenti e controverse.