di Roberto BinNei giorni passati le vicende della formazione del Governo Conte hanno suscitato commenti, giudizi, critiche che hanno posto al centro dell’attenzione i poteri del Presidente della Repubblica e i vincoli costituzionali. Molti i commenti che si sono susseguiti anche in questo giornale, sia sulla legittimità del rifiuto di Mattarella di nominare il ministro dell’economia “proposto” da Conte sia sulla sua opportunità. Ora che la questione si è raffreddata merita riproporla per una riflessione più posata. Anche perché alcuni nodi restano irrisolti e questo minaccia di accendere altre crisi costituzionali, prevedibili come in fondo lo è stata quella appena sopita.
poteri presidenziali
La “non nomina” di un ministro nell’epoca dei social
Mentre, com’è noto, la crisi relativa alla tormentata vicenda della formazione del governo si è positivamente conclusa, un lascito importante dal punto di vista costituzionale va comunque registrato.
La domanda è infatti questa: è stata la prima e sarà l’ultima volta che il Presidente della Repubblica non condivide la nomina di un ministro?
Il Paese dove non si insegna l’educazione civica (e dove uno vale uno)
Ho preso posizioni discutibili, ma argomentate, a favore del gesto del Presidente Mattarella (vedi uno e due). Il diritto non è una scienza esatta, e tutte le interpretazioni sono discutibili, tutte le argomentazioni sono criticabili. Per questo, a nostra garanzia, esistono tre gradi di giudizio, nessun giudice è infallibile.
Ho ricevuto riposte e critiche sensate: discutiamone.
In tema di nomina dei ministri e poteri del Presidente della Repubblica
La recentissima vicenda del (mancato) Governo Conte ha riaperto il dibattito sull’iter di formazione dell’esecutivo e, soprattutto, sui poteri del Presidente della Repubblica in ordine alla nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri. È noto che, in argomento, le disposizioni costituzionali sono assai stringate, limitandosi l’art. 92 a disporre che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Il resto è demandato a consuetudini, convenzioni, prassi, non per questo meno cogenti delle norme espresse, ma indubbiamente più sfuggenti e controverse.
Mattarella e il veto presidenziale: quando la Costituzione resta in silenzio
di Corrado Caruso*
II Presidente Mattarella ha agito correttamente nell’opporre il suo veto al Prof. Savona? Valutare l’azione degli organi costituzionali senza farsi influenzare da considerazioni di stretta politica contingente è impresa ardua. Ciò nonostante, uno sforzo di emancipazione dall’incubo delle passioni, come cantava qualche anno fa Battiato, è doveroso, se si vuole evitare di appiattire il diritto costituzionale sull’esistente. La Costituzione non dà risposte: «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e , su proposta di questo, i ministri», afferma l’art. 92 Cost.