di Salvatore Curreri
A nessuno – e non solo in dottrina – era sfuggito l’inopinato passo indietro fatto dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 157/2023 sul c.d. caso Ferri circa la tutela della libertà di mandato del parlamentare.
di Salvatore Curreri
A nessuno – e non solo in dottrina – era sfuggito l’inopinato passo indietro fatto dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 157/2023 sul c.d. caso Ferri circa la tutela della libertà di mandato del parlamentare.
Nel corso del suo intervento in Aula (22 febbraio) per motivare il voto contrario di Liberi e Eguali sul conflitto di attribuzioni del Senato contro la Procura di Firenze, il sen. Grasso ha sostenuto la legittimità dell’operato di quest’ultima. A suo dire, infatti, benché l’art. 68.3 Cost. preveda che il giudice debba essere autorizzato dalla camera di appartenenza per sottoporre un parlamentare “ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”, l’autorità giudiziaria non era tenuta a chiedere la preventiva autorizzazione del Senato per sequestrare la corrispondenza tramite mail e messaggi WhatsApp tra il sen. Renzi ed un terzo (Carrai), estraendola dal cellulare di questi.
Le vicende di questi giorni relative alle intercettazioni delle comunicazioni intercorse tra due parlamentari ed alcuni magistrati a proposito delle nomine di taluni uffici direttivi ha sollevato, tra gli altri, il tema della loro legittimità costituzionale.
di Francesco Morelli
Gli aggiustamenti alla disciplina delle intercettazioni, di cui l’ampia l. 23 giugno 2017 n. 103 ha incaricato il governo, introducono rilevanti novità incidendo, tra le altre cose, sulla portata del segreto esterno delle conversazioni captate in sede di indagine.
Il problema della pubblicazione delle intercettazioni, dopo il caso Renzi-Lillo, resta al centro del dibattito politico. Pubblichiamo due interessanti interviste apparse su Repubblica, a Vladimiro Zagrebelsky ex giudice della Corte europea dei diritti umani e a all’avvocato penalista Caterina Malavenda, apparsa su Il fatto quotidiano.
di Antonio Ramenghi
Rispondo alla stimolante replica di Roberto Bin al mio editoriale sul tema delle intercettazioni e della loro pubblicazione.
di Roberto Bin
Ne abbiamo discusso tante volte e, ben sapendo che non siamo del tutto d’accordo al 100%, ho sollecitato Antonio Ramenghi a scrivere l’editoriale sulla libertà di stampa e la pubblicazione delle intercettazioni. Il suo editoriale mi sembra un ottimo invito ad aprire il dibattito.
di Antonio Ramenghi
Conosco Marco Lillo del “Fatto quotidiano” da tanti anni. L’ho visto al lavoro all’Espresso” nei dieci anni in cui sono stato vicedirettore del settimanale. Lillo è un ottimo giornalista e anche in questo ultimo episodio che lo vede autore dello scoop sulla telefonata tra i Renzi, padre e figlio, ha semplicemente fatto il suo mestiere.
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