di Lucilla Conte
Il recente rifiuto da parte del Consiglio Centrale Archeologico della Grecia (KAS) di concedere in uso parte dell’Acropoli per una sfilata di moda del marchio Gucci è stata considerato da un lato come un dignitoso moto di orgoglio di un Paese che, pure nella morsa della crisi economica, non “svende” né corrompe la propria storia e cultura e, dall’altro, come un diniego miope che avrebbe sottostimato l’ingente ritorno economico dell’operazione quale strumento di finanziamento dei restauri di cui il sito (dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987) da tempo necessita.