La discussione sollecitata da Edoardo Chiti prende spunto dal fatto che “la pandemia sia un fenomeno che avvia dei processi di trasformazione non transitori”. Il punto è se e quali effetti permanenti la vicenda attuale insegna al nostro stile di vita e, per quanto più interessa in questa sede, alle istituzioni pubbliche ed al suo diritto.
diritto pubblico
Rispondendo a Chiti: i “nodi critici” dopo la Pandemia, verso un diritto amministrativo “sociale”?
Le risposte agli interessanti spunti problematici evidenziati da Edoardo Chiti non possono che portare ad altri quesiti, a nodi ancor più complessi e a ulteriori problemi. Le sfide che attendono il diritto amministrativo sono quindi ancora aperte e la strada da percorrere tutt’altro che semplice.
Rispondendo a Chiti: gli otri vecchi dell’imperatore
Si prova ad offrire un contributo al dibattito aperto dall’interessante articolo di Edoardo Chiti, che permette di partire dalle contingenze per alzare lo sguardo, così da cercare di vedere dall’alto e, soprattutto, verso l’orizzonte.
Rispondendo a Chiti: la democratizzazione dei poteri privati digitali tra complessità sociale e governo della tecnica
1. Lo Stato-network privato. Tra i vari, vorrei dire epocali, spunti problematici che Edoardo Chiti pone nel suo ‘Questi sono i nodi’, uno in particolare ha attirato la mia attenzione, ed è quello concernente la mutazione genetica delle piattaforme digitali che vanno rendendosi, passo dopo passo, esse stesse potere pubblico.
‘Questi sono i nodi’. Pandemia e strumenti di regolazione: spunti per un dibattito
Pubblichiamo questo scritto di Edoardo Chiti, invitando chi ne ha interesse ad intervenire proponendo risposte ai fondamentali quesiti che egli pone
Il “contratto di governo”: quando la retorica politica supera diritto pubblico e diritto civile
di Valeriana Forlenza*
La versione definitiva del “contratto di governo” fra M5S e Lega ha ottenuto il lasciapassare da parte degli iscritti del movimento a seguito della consultazione lanciata sulla piattaforma digitale Rousseau. All’indomani dell’accordo il leader Di Maio si affrettava a dichiarare “Non è un’alleanza” – pena altrimenti la lettera scarlatta “I” – “ma un contratto di governo”.