di Roberto Bin
Siamo alle solite. Calderoli insulta l’allora ministra Kyenge davanti ad una platea di 1.500 partecipanti alla festa della Lega Nord, dandole dell’orango e conquistando così la prima pagina della stampa.
di Roberto Bin
Siamo alle solite. Calderoli insulta l’allora ministra Kyenge davanti ad una platea di 1.500 partecipanti alla festa della Lega Nord, dandole dell’orango e conquistando così la prima pagina della stampa.
di Cinzia Piciocchi
Il dibattito sulle DAT in Italia è relativamente recente e diventa oggetto di particolare attenzione ogni volta in cui le cronache si occupano di casi concreti, evidenziando le conseguenze negative della mancanza di una disciplina giuridica specifica di quest’istituto nel nostro ordinamento.
di Giuseppe Tropea
Il d.l. 20 febbraio 2017, n. 14, contenente “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” è un provvedimento complesso, che merita attenzione, e che non può essere liquidato con generiche ed unilaterali prese di posizione, spesso condizionate dalle lenti deformanti dell’ideologia.
di Carlo Casonato *
Da più parti si sostiene come in Italia vi sia un vuoto di disciplina in tema di consenso e fine vita. La cosa è solo parzialmente corretta: è vero che manca una legge specifica, ma vi sono numerose altre componenti normative che permettono di delineare con una certa precisione il quadro all’interno del quale ricondurre vicende come quelle di Fabiano Antoniani, più noto come Dj Fabo.
di Stefania Parisi*
Il decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14, contenente “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, è un provvedimento dell’attuale governo di centro sinistra: è bene che questa cosa sia chiara fin da subito.
di Alessio Rauti
La recente deliberazione adottata dal plenum del Senato il 16 marzo sulla vicenda Minzolini costituisce senza dubbio una di quelle “pietre d’inciampo” che rendono ancor più difficili i rapporti fra politici, cittadini e magistratura.
di Salvatore Curreri
Prima o poi sarebbe accaduto. E così, dopo i voti per la decadenza di Galan (alla Camera) e di Berlusconi (al Senato), è stato il sen. Augusto Minzolini il primo parlamentare a non essere dichiarato decaduto, benché condannato in via definitiva a più di due anni per uno dei reati (nel caso in specie quello di peculato) per cui il c.d. decreto Severino (d.lgs. 235/2012) prevede l’incandidabilità (art. 1), anche se sopravvenuta in corso di mandato (art. 3).
di Giovanni Di Cosimo
Una delle misure più discusse del decreto legge sulla sicurezza delle città approvato dal Governo il 10 febbraio è il cosiddetto “daspo urbano”.
di Alessandro Morelli
Non si sono fatte attendere le prime applicazioni del “Daspo urbano”, sanzione amministrativa prevista dal decreto-legge sulla sicurezza voluto dal ministro Marco Minniti, da poco varato dal Governo e in attesa di conversione da parte delle due Camere.
di Andrea Guazzarotti
Le sentenze della Corte di giustizia dell’UE sul velo islamico indossato sul luogo di lavoro sono due e sono state emesse lo stesso giorno: gli esiti, però, sono opposti.
di Roberto Bin
Lo stesso giorno della sentenza Achbita, qui commentata, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dovuto occuparsi una seconda volta del velo islamico e della discriminazione che ne può derivare sul posto di lavoro. Nella sent. Bougnaoui (C-188/15) la Corte affronta il caso di una donna islamica licenziata perché si rifiutava di togliere il velo islamico quando svolgeva la propria attività lavorativa presso clienti dell’impresa di cui era dipendente.
di Roberto Bin
Nella causa C-157/15, la Grande sezione della Corte di giustizia ha emanato una sentenza che ha subito suscitato l’attenzione della stampa, che l’ha così riassunta: se un’impresa privata licenzia una dipendente musulmana perché indossa il velo, non viene leso il divieto di discriminazione.
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