Vicende a tutti note, che nelle ultime settimane hanno interessato emittenti televisive e giornali, mi hanno fatto capire che alcune nozioni e idee sulla libertà di stampa, che ritenevo pacifiche o comunque ampiamente conosciute e accettate, in realtà non lo sono affatto.
Ma davvero Zagrebelsky vorrebbe abolire le Regioni? O invece il tarlo che lo rode è un altro
La lettura del recente articolo di Gustavo Zagrebelsky “La democrazia dell’emergenza” (La Repubblica del 18-11-2020) mi ha lasciato sconcertato. L’assunto principale mi sembra questo: poiché le Regioni sono state governate male sarebbe buona cosa abolirle! (N.B.: il punto esclamativo non è mio, ma dell’Autore). Il tutto in nome e per conto dell’emergenza che farebbe a pugni con la democrazia. Là dove emerge un’emergenza ci vuole un decisore unico e risoluto.
Regionalismo: la differenziazione indotta dalla pandemia. Una proposta di discussione
di Gianclaudio Bressa, Gianmario Demuro, Ivo Rossi
La suddivisione della penisola in base alla circolazione del virus e alla diversa capacità di risposta dei sistemi sanitari regionali, pur con i limiti che rimandano alla omogeneità e attendibilità dei dati e al netto delle polemiche politiche, introduce una differenziazione territoriale e una salutare responsabilizzazione dei soggetti chiamati a fornire le risposte necessarie a combattere il Covid-19.
Dalla Corte costituzionale un netto “stop” al neighbourhood watch in salsa veneta
Con sentenza n. 236 del 12 novembre scorso la Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità della legge della Regione Veneto n. 34/2019 sul c.d. controllo di vicinato, definito come «forma di cittadinanza attiva…
La Regione Calabria alla prova della democrazia paritaria: l’ultimo treno (prima della sostituzione statale)
Le imprevedibili vicende della vita e della morte scuotono anche il diritto, aprendo scenari inattesi ed esigendo risposte.
Il collegio uninominale come “terza via” tra liste bloccate e voto di preferenza
- di Salvatore Curreri
Una delle questioni che il (perenne) dibattito sulla futura legge elettorale dovrà affrontare riguarda le modalità di scelta dei parlamentari da eleggere. L’acceso dibattito appena avviato – con l’appello firmato da dieci costituzionalisti contro le liste bloccate al quale ha fatto subito quasi da ideale contraltare un articolo sulle sconcezze delle preferenze – dimostra…
E ora? Il dopo-referendum
Chiusa la pagina del referendum si apre il dibattito sul “seguito” della riforma costituzionale. Nulla di sorprendente dato che tra i motivi che hanno sorretto il SI vi era la convinzione che il “taglio dei parlamentari” è solo il primo passo di un più vasto programma di riforme. Quali? Ma anche chi ha sostenuto il NO ha paventato conseguenze negativa sugli assetti istituzionali e perciò l’esigenza di porre mano a correttivi. Quali? Il tema si annuncia perciò interessante e apriamo perciò una pagina del giornale dedicata a proposte e riflessioni “sul dopo”
S. Curreri, Le riforme costituzionali del Senato conseguenti all’esito referendario: buscar el levante por el poniente?
A. D’Andrea, Dopo il “taglio” dei parlamentari
S. Pinto, Quel che resta del referendum: il dibattito sul voto degli elettori “fuori sede”
A.M. Citrigno, Il taglio del numero dei parlamentari e i rischi per il divieto di mandato imperativo
S. Curreri, Il Parlamento in seduta comune come terza camera politica: prospettive e difficoltà
Taglio dei parlamentari, SI o NO? Per promuovere un dibattito
Come in passato per altri temi, il giornale vorrebbe promuovere un dibattito in merito al “taglio dei parlamentari”, sul quale saremo invitati a esprimerci con un voto nel referendum confermativo del 20-21 settembre. Camilla Buzzacchi inizia esprimendo le ragioni del NO. Saremmo felici di pubblicare altre opinioni, e in particolare le ragioni del SI, che tra i costituzionalisti appaiono minoritarie.
Per il NO: Buzzacchi, Contini, Leo, Venazoni, Iacovissi, Pisaneschi, Tani, Morelli, Bartole, De Vergottini, Morelli 2, Agolino
Per il SI: Grasso
Per bianca/astensione: Schmit, Palermo
Contributi alla riflessione: Conte, Gigliotti, Cecchinato, Verrigno, Di Cosimo, Morelli, Chessa, Severa, D’Andrea
Taglio dei Senatori: chi perde (la Basilicata) e chi guadagna (la Valle d’Aosta) in termini di rappresentanza
di Francesco Conte
Il taglio dei parlamentari non è uguale per tutti. Almeno non in Senato. La riforma, infatti, comporterà alcune distorsioni (o, se vogliamo, correggerà alcune distorsioni già esistenti) nel rapporto tra popolazioni regionali e senatori che ne sono espressione. Se, infatti, per la Camera dei Deputati il taglio è pressoché “lineare” e identico per tutte le circoscrizioni, in Senato non sarà così.
Uno scandalo al sole: il Bonus Partite IVA e la propaganda in vista del referendum costituzionale
In questi giorni caldi d’agosto c’è uno scandalo al sole che indigna (e appassiona) gli italiani, sia quelli che possono permettersi delle vacanze ristoratrici dopo gli stress dovuti al lockdown e alla pandemia, sia quelli che (ahiloro) non riescono a godersi una pausa tra l’inverno e la primavera passati così faticosamente e il nebuloso autunno che ci aspetterà tra qualche settimana. Si tratta del Bonus di 600 euro diretto alle partite IVA previsto dal Decreto Cura Italia.
Il Decreto proroga emergenze Covid. Una piccola legge con grandi criticità
Il decreto legge 30 luglio 2020, n.83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da Covid-19 deliberata il 31 gennaio 2020, è un provvedimento che potremmo definire di “coordinamento” della legislazione emergenziale.
Recovery Fund: dietro i sussidi il commissariamento?
di Marco Dani e Agustín José Menéndez
Non sarà il “momento Hamilton” a cui tanti sembrano anelare, ma la novità c’è tutta: con la Recovery and Resilience Facility (RRF) decisa dal Consiglio europeo per la prima volta si affaccia all’orizzonte la prospettiva tangibile di un consistente indebitamento condiviso da parte dell’Unione europea.