“Prima i veneti!” La Corte costituzionale sconfessa i criteri discriminatori per l’edilizia pubblica

di Giacomo Menegus*

 Con la sentenza n. 67 del 2024, depositata il 22 aprile scorso, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 25, comma 2, lettera a), della legge della Regione Veneto n. 39 del 2017 (Norme in materia di edilizia residenziale pubblica), limitatamente alle parole «nel Veneto da almeno cinque anni, anche non consecutivi e calcolati negli ultimi dieci anni, fermo restando che il richiedente deve essere, comunque, residente». In sostanza, la disposizione precludeva l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione di alloggi pubblici a quanti non fossero stati residenti in Veneto per almeno cinque dei dieci anni precedenti alla domanda.

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Il “Giudizio universale” è inammissibile: quali prospettive per la giustizia climatica in Italia?

di Giacomo Palombino 

La prima causa climatica italiana, nota come “Giudizio universale”, si è conclusa, almeno in primo grado, con un nulla di fatto: il Tribunale civile di Roma ha deciso, con sentenza dello scorso 26 febbraio, che la domanda sia da considerarsi inammissibile «per difetto assoluto di giurisdizione» (si veda il commento di Cardelli). Pur evidenziando «la oggettiva complessità e gravità della emergenza a carattere planetario provocata dal cambiamento climatico antropogenico», il Tribunale ha ritenuto di non poter accertare la responsabilità civile dello Stato, ex art. 2043 c.c. e, in subordine, 2051 cc., dinanzi a una domanda «diretta ad ottenere dal Giudice una pronuncia di condanna dello Stato legislatore e del governo ad un facere in una materia tradizionalmente riservata alla “politica”», ovvero «diretta in concreto a chiedere, quale petitum sostanziale, al giudice un sindacato sulle modalità di esercizio delle potestà statali previste dalla Costituzione».

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La sentenza “Giudizio Universale”: una decisione retriva

di Luciana Cardelli

La scorsa settimana è stata pubblicata la Sentenza del Tribunale civile di Roma sul contenzioso climatico “Giudizio Universale” (cfr. Il Tribunale civile di Roma boccia la prima causa contro lo Stato italiano per inazione climatica, dove si legge anche la sentenza). Dopo tre anni di udienze, il primo grado si chiude con una dichiarazione di inammissibilità per “difetto assoluto di giurisdizione”.

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Senatori a vita: una carica divisiva?

di Svea Teresa Costa

 I senatori a vita sono tornati al centro del dibattito politico e, questa volta, potrebbero esserci le condizioni per una possibile abolizione di tali figure, prevista nel disegno di legge costituzionale n. S. 935, comunicato alla Presidenza del Senato il 15 novembre 2023, sul c.d. “premierato”. Infatti, se fino ad ora il ruolo di tali parlamentari è stato sporadicamente oggetto di analisi, adesso invece il dibattito pubblico in merito si è intensificato a seguito del rilievo che queste figure hanno assunto in Senato.

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La composizione della Corte è ridotta: ancora

di Ugo Adamo

L’avverbio di tempo nel titolo di questo nostro intervento nasce dalla facile constatazione che la discussione intorno al tema della completezza del plenum della Corte costituzionale non sia stata seriamente posta o comunque non lo sia più da tempo (tranne che su questo giornale con Pietro Faraguna).

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Una vecchia storia e una nuova sentenza: metodo democratico ed espulsione dal Movimento 5 Stelle

di Lorenzo Borrè

La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 3575 dell’8.2.2024 ha posto il sigillo del giudicato  sul contenzioso instaurato da alcuni iscritti nei confronti del MoVimento 5 Stelle “primigenio”, quello costituito da Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio, contenzioso fondato, in buona sintesi, sulla contrapposizione tra chi riteneva  l’ordinamento interno del  M5S sottoposto alla disciplina del codice civile e la dirigenza del MoV, che invece negava una tale evenienza.

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La “leggenda” del “danno non significativo” all’ambiente

di Giorgio Trivi

Sul PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si ripongono grandi speranze per il futuro dell’Italia. Non mancano discussioni sulla fondatezza o meno di questo ottimismo (si v. per esempio, il recente studio di Viesti, Riuscirà il Pnrr a rilanciare l’Italia?, 2023). Nel contempo, l’ultimo Rapporto sullo stato di implementazione di questo dispositivo di ripresa e resilienza, da poco pubblicato dalla Commissione europea, offre non pochi elementi di comparazione fra Italia e altri paesi beneficiari dei finanziamenti.

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L’omissione del “Carbon Budget” rende illegittima l’azione della PA

di Giorgio Trivi

Una recente Sentenza del TAR Lazio (n. 18141/2023) pone interessanti spunti di riflessione in tema di rispetto del principio europeo del non recare danno significativo all’ambiente (c.d. Do No Significant HarmDNSH, su cui si v., per il quadro recente, Barelli, Il principio DNSH e il nuovo criterio DNSH), disciplinato dal Reg. UE n. 852/2020, ai fini della qualificazione dell’ecosostenibilità delle attività economiche, ed esteso alle PA con il Reg. UE n. 241/2021.

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