Caro Travaglio, per essere democratica, la legge elettorale deve prevedere le preferenze?

di Roberto Bin

A seguire Travaglio e Libertà e giustizia, sembrerebbe che la risposta alla domanda del titolo debba essere positiva. Si invoca una legge elettorale che restituisca agli elettori il potere di scegliere gli eletti e ci liberi da un Parlamento di “nominati”.

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Bravo presidente! Ecco perché Mattarella ha respinto la legge sui produttori di mine antiuomo

di Davide Galliani

1. Il 27 ottobre 2017, ieri per chi scrive, il Presidente della Repubblica ha rinviato al Parlamento la legge contenente “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”. Se a qualcuno venisse in mente che – tutto sommato – si tratta di una legge non di primaria rilevanza… meglio ripensarci.

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Anche Belluno al voto per più autonomia dal Veneto

di Giacomo Menegus

Mentre le attenzioni della stampa e dei media nazionali sono tutte dedicate ai prossimi referendum in Veneto e Lombardia, la Provincia di Belluno ha promosso a sua volta un referendum a carattere consultivo per chiedere ulteriori forme di autonomia e finanziamenti dalla stessa Regione Veneto.

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E’ una questione di fiducia

di Fabio Ferrari

Dunque il Governo pone la questione di fiducia sulla legge elettorale; si tratta di una scelta molto importante: se i media, oltre a riferire la notizia, spiegassero anche di che cosa di tratta, sarebbe ancora più interessante. Cosa vuol dire “porre la questione di fiducia”? Perché è così determinante nei rapporti Parlamento-Governo? A quale titolo le opposizioni gridano al “golpe”? Cosa dicono le norme?

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“Rebus immigrazione”, il libro di Giuseppe Sciortino

di Fulvio Cortese

Che il “governo” dell’immigrazione costituisca, oggi, uno dei nodi più problematici da sciogliere è un dato di fatto. Non si può dire, tuttavia, che vi sia, nel dibattito pubblico (e politico…), una consapevolezza diffusa della singolare profondità delle questioni che il tema sollecita.

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Referendum Veneto: sentenza sorprendente del tribunale di Venezia

di Fabio Ferrari

La saga relativa al referendum Veneto sull’autonomia del prossimo 22 Ottobre si arricchisce di un nuovo tassello giudiziario (Trib. Venezia, Ord. 25 Settembre 2017).Taluni “cittadini elettori” hanno impugnato il decreto di indizione del Referendum, anche in questa occasione in via cautelare, ai fini di bloccare la consultazione.

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Anche in Spagna la Corte dei conti vigila sulle spese per le consultazioni referendarie

di Antonio Ramenghi

Che l’ipotesi sollevata da Roberto Bin non sia proprio campata in aria (un possibile intervento della Corte dei Conti sulle spese sostenute da Veneto e Lombardia per il prossimo, inutile, referendum), lo dimostra il fatto che proprio oggi l’ex presidente della Generalitat di Catalogna, Artur Mas, capo  del governo che autorizzò e finanziò la precedente consultazione referendaria per l’indipendenza della regione da Madrid, il 9 novembre del 2014, è convocato dal Tribunal de Cuentas assieme a una decina tra politici e dirigenti della sua amministrazione.

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Riforma della pubblica amministrazione: chi riformerà i riformatori?

Sulla Riforma dell’amministrazione e sulla qualità (ed effettività) della legislazione pubblichiamo questo illuminante articolo di Glauco Nori.

di Glauco Nori

1 – Mettendo mano alla riforma della pubblica amministrazione non si dovrebbe trascurare che, per attuarla, ci si dovrà servire della stessa amministrazione che si presuppone inefficiente.

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Il Veneto non è la Catalogna. Non serve la Guardia civil, basta la Corte dei conti

di Roberto Bin

La Catalogna aveva scelto la strada dello scontro istituzionale avviando le procedure per lo svolgimento di un referendum che il Tribunale costituzionale spagnolo aveva giudicato incostituzionale; e, per di più, facendo approvare dal parlamento catalano, con una manciata di voti e con molte contestazioni politiche e denunce di illegittimità procedurali, alcuni provvedimenti legislativi diretti a dare immediata esecuzione alla decisione secessionista eventualmente uscita dal voto popolare e a disapplicare le leggi e la Costituzione spagnola. Il Governo spagnolo ha risposto con durezza inaudita a un atto inaudito di disobbedienza costituzionale (che è stato definito, non senza ragione, “un colpo di stato costituzionale”). L’inizio di un dramma, abbastanza inutile, ma che ha una lunga storia alle spalle (per una rapida ma attenta analisi, si può leggere un interessante articolo in francese).

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“Ingegneria istituzionale” o “bricolage elettorale”?

di Antonio Floridia
Giovanni Sartori aveva una precisa idea della scienza politica: la scienza politica non è una scienza “esatta”, ma nondimeno può offrire alcuni validi insegnamenti a coloro che si ingegnano di trovare soluzioni adeguate ai problemi istituzionali. Ragionamenti ipotetici e controfattuali (del tipo: “se si adotta questo meccanismo, ceteris paribus, è probabile che accada questo o quest’altro”) possono essere utili strumenti di analisi e di verifica empirica.

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Legge elettorale: ultima chiamata

di Salvatore Curreri

Lo scorso 20 settembre 2017 l’on. Fiano, a nome del Pd, ha presentato in Commissione affari costituzionali alla Camera (analogo testo è stato presentato anche al Senato) un nuovo progetto di legge (v. https://stefanoceccanti.wordpress.com/2017/09/21/il-testo-della-proposta-di-riforma-elettorale-rosatellum-bis/), detto Rosatellum bis o 2.0, a seconda che si voglia scimmiottare il lessico sartoriano o informatico.

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