Mancano poco più di due settimane al giorno indicato dal governo per le elezioni europee, amministrative (in quasi 3800 comuni), regionali (in Piemonte) e per le suppletive indette per sostituire due deputati eletti in collegi uninominali nella provincia di Trento. In preparazione al voto, è il caso di dare qualche numero.
Attualità
Una componente politica nel gruppo misto della Camera non si nega a nessuno
Il Presidente della Camera ha autorizzato la costituzione all’interno del gruppo misto di una componente politica formata da tre deputati espulsi dal M5S, come tali non rappresentativi di un partito presentatosi alle elezioni non costituitosi in gruppo autonomo.
La promulgazione “abrogante” della legge sulla legittima difesa e la fiducia del Presidente
Il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge sulla legittima difesa e contestualmente ha inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei ministri, in cui, da un lato, ha proposto un’interpretazione conforme a Costituzione della principale disposizione della nuova disciplina (che, di fatto, ne neutralizza tutta la dirompente – e incostituzionale – carica innovativa, tanto pubblicizzata dalla maggioranza di governo); dall’altro, ha sottolineato due profili d’illegittimità costituzionale per irragionevolezza delle previsioni normative introdotte.
Popolo o élite? Il referendum propositivo e la retorica della democrazia diretta
La proposta di riforma dell’articolo 71 della costituzione approvata dalla Camera dei deputati in prima lettura solleva numerose perplessità che sollecitano una riflessione di fondo sul tema del referendum popolare nel quadro dello Stato di diritto costituzionale.
Il referendum propositivo: il gioco vale la candela?
Non è facile scrivere una buona riforma costituzionale. Si rischia di vederla inattuata o, peggio, di ottenere effetti opposti a quelli desiderati. Insomma, l’eventualità dell’eterogenesi dei fini è dietro l’angolo.
Perché sarebbe meglio che le leggi le facesse il popolo?
Passano le stagioni, cambiano i temi dell’agenda politica, ma fra i partiti resta l’idea fissa di modificare la Costituzione. Dopo il tentativo fallito nella precedente legislatura, e quelli ancora precedenti, e dopo qualche modifica (in genere peggiorativa) andata in porto, la maggioranza attuale punta sul rafforzamento della partecipazione popolare al procedimento legislativo
Il referendum propositivo: maneggiare con cura
Il referendum sulle iniziative legislative popolari non accolte dal Parlamento può costituire un efficace rimedio alla crisi di partecipazione politica; attenti, però, a non alterare il delicato equilibrio costituzionale tra democrazia rappresentativa parlamentare e istituti di democrazia partecipata.
La riduzione del numero dei parlamentari: non è tutto oro ciò che luccica…
In questi giorni la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati sta discutendo in prima lettura il progetto di revisione costituzionale (A.C. 1585), approvato dal Senato lo scorso 7 febbraio, che prevede la riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati al posto degli attuali 630 e 200 senatori anziché 315.
Contratto di governo, intese con le regioni e altri modi per emarginare il Parlamento
Sembra che sia un momento buono per il contratto e per quello che gli assomiglia. Almeno a parole, regolerebbe anche l’azione del governo attuale. Nemmeno chi lo fa valere può pensare che rientri nella sfera dell’art.1321 c.c.; alla figura del contratto tutto lascia presumere che si sia fatto ricorso per mettere fuori discussione le obbligazioni che ne deriverebbero, da eseguire in ogni caso.
Il voto in Giunta sull’autorizzazione a procedere e la “partecipazione” dei militanti
L’iniziativa dei vertici 5stelle di interpellare la propria base in merito alla vicenda Diciotti non è concettualmente diversa dalle consultazioni svolte in passato dalle forze politiche sui più svariati temi. Di tanto in tanto i dirigenti dei partiti, quando ritengono che la questione sia di particolare rilievo, e sono profondamente divisi sul da farsi, cercano una sponda verso i militanti.
La “secessione dei ricchi” è una fake news
Il libro di Gianfranco Viesti, Verso la secessione dei ricchi? (liberamente scaricabile grazie a Laterza) ha un pregio e un difetto. Il pregio è di stimolare l’attenzione e il dibattito attorno al tema delle autonomie e delle istituzioni. Il difetto è di creare un allarme che va molto oltre il ragionevole. Sembra che ci si trovi davanti a una svolta nella storia della Repubblica, forse irreversibile, a una lacerazione dell’unità nazionale che lascerà il Sud sprofondare… Merita quindi mettere in chiaro alcuni punti, per evitare che il dibattito scivoli nella denuncia e nell’accusa.
Ancora caso Diciotti: ma qualcuno ha letto ciò che ha scritto il Tribunale dei ministri?
Capisco, leggere le 50 pagine (per altro ben scritte) inviate al Senato dal Tribunale dei ministri di Catania porta via tempo, più o meno quello che servirebbe a scrivere 500 tweet o anche più. Per cui si sono sentiti e letti interventi, provenienti anche da fonti autorevoli e “tecniche”, che vagano sulle nuvole del preteso abuso dei poteri giudiziari da parte di giudici che pretenderebbero di estendere i loro poteri giudicando degli atti politici del Governo. Ma è davvero così? Neppure un po’.