Il flop del piano Junker
e la (ir)responsabilità della Commissione

di Andrea Guazzarotti*

A quanto pare, il tanto agognato piano di investimenti della Commissione Junker non ha dato gli effetti sperati. Un dossier, apparso il 15 maggio 2017 su La Repubblica, fa un’analisi impietosa del suo fallimento. Il problema è che si trattava del pilastro del programma del Presidente Junker, sia dinanzi agli elettori (in quanto candidato dal PPE alla presidenza della Commissione), sia dinanzi al Parlamento europeo (in quanto designato dal Consiglio europeo a ottenere il voto di fiducia iniziale).

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Europeisti-Populisti: 3 a 0
e palla al centro

di Antonio Ramenghi

Dicembre 2016, l’europeista Alexander Van der Bellen vince le elezioni in Austria; marzo 2017  i partiti europeisti di centro vincono le elezioni in Olanda; maggio 2017 Emmanuel Macron sconfigge sonoramente la Le Pen e nel trionfo di Parigi risuona l’ Inno alla gioia, l’ inno dell’Europa unita, addirittura prima della Marsigliese.

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La coalizione civica per Padova
un laboratorio di politica dal basso

di Marta Nalin

In un contesto di profonda trasformazione politica e sociale, la rappresentanza politica si trova di fronte a nuove sfide, che coinvolgono i diversi livelli di governo. La globalizzazione interroga la politica in merito a questioni e problemi sempre meno prevedibili, che stimolano la tendenza alla centralizzazione del potere e alla vaghezza dei programmi politici, mentre rimane aperta e urgente la questione di quale spazio rimanga per il cittadino elettore.

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I profughi ungheresi
e la memoria di Orban

di Antonio Ramenghi

 

La storia maestra di vita? Si, forse. O solo per chi ne ha memoria? Quella che evidentemente manca al premier  Viktor Orban e al Parlamento ungherese. Hanno appena varato una legge che prevede la detenzione per i profughi in arrivo sul suolo magiaro. Saranno raccolti in campi allestiti lungo i confini con Serbia e Croazia, rinchiusi in container, sino alla definizione della posizione di ciascuno. 

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La globalizzazione
della barbarie

di Antonio Ramenghi

È di questi giorni la notizia che nella Russia di Putin le botte in famiglia non saranno più un reato penale. Picchiare moglie o figli, sarà d’ora in poi considerato un illecito amministrativo.

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