Leader per leader, il catalogo delle promesse elettorali. Ecco le ultime

Ultime del promessometro. La più importante è di Matteo Renzi che promette: “Mai al governo con Berlusconi, ha gia guidato il Paese e ha fallito”. Berlusconi ci ripensa sul Jobs Act. Di  Maio promette l’abolizione della legge sugli studi di settore, l’abolizione del redditometro e dello spesometro. Salvini si corregge in parte sui vaccini e promette di cancellare la tassa sulle sigarette elettroniche.

Aggiorneremo e completeremo il tabellone che trovate qui sotto nel corso della campagna elettorale.

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Non ci sono più
le allodole di una volta

di Antonio Ramenghi

Non passa giorno che il “promessometro” si arricchisca di qualche promessa dei leader dei partiti. Con qualche accenno, pochi, di cautela. Qualcuno ha prudentemente rivisto al ribasso le sparate dei primi giorni di campagna elettorale. Probabilmente ha fatto presa, con un po’ di ritardo, l’invito del Presidente della Repubblica ad annunciare promesse che siano accompagnate dalla virtù della concretezza. Ancora poche sono quelle accompagnate dal corrispondente piano di copertura finanziaria. Sicuramente gli specchietti per allodole non ottengono l’effetto sperato sugli elettori già stati presi in giro nelle tornate elettorali precedenti.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Un progetto di coabitazione contro la solitudine

Housing sociale, coabitazione, abbattimento barriere architettoniche, progetti sperimentali di convivenza. Sono le proposte della regione Emilia-Romagna verso le persone non autosufficienti, anziane o malate gravi, per garantire autonomia, coesione sociale e buona qualità della vita alle fasce più deboli della popolazione.

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Consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento: finalmente la legge

di Ugo Adamo*

La legge approvata era attesa da decenni; finalmente l’Italia si uniforma ad altri Paesi (civili, nel senso di tutela di tali diritti) europei. Lo fa in ritardo e quindi segue tutta quella giurisprudenza (ed è ad essa conseguente) che negli anni è stata prodotta intorno al rapporto che intercorre tra libertà personale, scienza medica e sviluppo tecnologico, in particolar modo nelle fasi del fine vita (alla luce di qualche estemporanea, recente, affermazione politica, non è di certo secondario sottolineare che la materia riguarda chi è ancora in vita, sic!).

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Maroni dimostra la dispendiosa inutilità del referendum lombardo-veneto

di Antonio Ramenghi

La controprova di quanto sostenuto in alcuni articoli di questo giornale circa l’inutilità del referendum lombardo-veneto e la sua vera natura è arrivata assai prima di quanto ci si potesse aspettare. Ed è arrivata innanzi tutto dalla Lombardia e dal suo presidente Roberto Maroni.

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Anche in Spagna la Corte dei conti vigila sulle spese per le consultazioni referendarie

di Antonio Ramenghi

Che l’ipotesi sollevata da Roberto Bin non sia proprio campata in aria (un possibile intervento della Corte dei Conti sulle spese sostenute da Veneto e Lombardia per il prossimo, inutile, referendum), lo dimostra il fatto che proprio oggi l’ex presidente della Generalitat di Catalogna, Artur Mas, capo  del governo che autorizzò e finanziò la precedente consultazione referendaria per l’indipendenza della regione da Madrid, il 9 novembre del 2014, è convocato dal Tribunal de Cuentas assieme a una decina tra politici e dirigenti della sua amministrazione.

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Intercettazioni: le interviste a
Vladimiro Zagrebelsky e Caterina Malavenda

Il problema della pubblicazione delle intercettazioni, dopo il caso Renzi-Lillo, resta al centro del dibattito politico. Pubblichiamo due interessanti interviste apparse su Repubblica, a Vladimiro Zagrebelsky ex giudice della Corte europea dei diritti umani e a all’avvocato penalista Caterina Malavenda, apparsa su Il fatto quotidiano.

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Sui casi Lillo-Renzi
e De Bortoli-Boschi

di Antonio Ramenghi

Conosco Marco Lillo del “Fatto quotidiano” da tanti anni. L’ho visto al lavoro all’Espresso” nei dieci anni in cui sono stato vicedirettore del settimanale. Lillo è un ottimo giornalista e anche in questo ultimo episodio che lo vede autore dello scoop sulla telefonata tra i Renzi, padre e figlio, ha semplicemente fatto il suo mestiere.

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