I rischi dell’autonomia differenziata  

di Ivo Rossi e Alberto Zanardi

Il processo di attuazione dell’autonomia differenziata è arrivato a un giro di boa: martedì scorso (23 gennaio) il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge Calderoli che ha l’obiettivo di regolare le modalità di attribuzione e di finanziamento delle funzioni pubbliche aggiuntive richieste dalle singole Regioni a statuto ordinario, secondo quanto previsto dall’art. 116, terzo comma della Costituzione

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L’omissione del “Carbon Budget” rende illegittima l’azione della PA

di Giorgio Trivi

Una recente Sentenza del TAR Lazio (n. 18141/2023) pone interessanti spunti di riflessione in tema di rispetto del principio europeo del non recare danno significativo all’ambiente (c.d. Do No Significant HarmDNSH, su cui si v., per il quadro recente, Barelli, Il principio DNSH e il nuovo criterio DNSH), disciplinato dal Reg. UE n. 852/2020, ai fini della qualificazione dell’ecosostenibilità delle attività economiche, ed esteso alle PA con il Reg. UE n. 241/2021.

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PAROLA CHIAVE: DEMOCRAZIA DI INVESTITURA

di Enzo Balboni

È la stessa relazione al disegno di legge governativo n. 935 che definisce l’operazione in corso come l’affermazione di una democrazia di investitura volta ad assicurare governabilità al sistema democratico offrendo soluzioni a problematiche, invero risalenti e – aggiungo – condivise, vale a dire l’instabilità dei governi, la volatilità delle maggioranze e il transfughismo parlamentare. Come vedremo più avanti governabilità è l’altra parola chiave.

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1924 – 2024 – Nulla cambia

di Claudio Stefano Tani

Lo scritto di Giacomo Matteotti di seguito riportato è la riproduzione dell’originale autografo “Parlamento e Governo” pubblicato su “Echi e commenti” del 5 giugno 1924, dopo l’elezione di Alfredo Rocco a Presidente della Camera (che si trova anche nel bel volume “Giacomo Matteotti e l’avvento del fascismo”, a cura di S. Caretti, Pisa, Pius 2011, 352-354), seguita alle elezioni tenutesi il 6 aprile 1924, in applicazione della legge Acerbo del 1923, dopo una campagna elettorale di inaudita violenza.

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Sugli obiettivi della riforma costituzionale proposta: imprimatur diretto e egemonia del Governo

di Marco Ladu

Ogni tentativo di riforma costituzionale nel nostro Paese deve essere affrontato, a mio avviso, partendo dal presupposto che gli interessi delle forze politiche di maggioranza – oggi tesi, tra le altre cose, a modificare l’assetto della forma di governo vigente – spesso e volentieri non coincidono affatto con i desiderata dei costituzionalisti.

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Premierato? Una risposta sbagliata a un problema mal posto

di Roberto Bin

Il problema è chiaro a tutti: la storica instabilità dei Governi nazionali. Le statistiche sono impietose e le conseguenze del fenomeno sono evidenti: Governi costretti ad occuparsi più della ricerca del consenso elettorale verso i singoli partiti uniti nella coalizione di maggioranza (mentre è quasi fisiologico che altrettanto capiti ai partiti di opposizione), piuttosto che impegnarsi seriamente su obiettivi e strategie di lunga gittata, cioè a tutto ciò che richiederebbe un serio “governo” del Paese purificato dalla contingenza.

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L’ospite

di Camilla Buzzacchi

Viene detto che la proposta governativa di modifica della forma di governo italiana non incide sulle prerogative del Presidente della Repubblica. Soprattutto l’art. 87, ovvero la disposizione che racchiude gran parte delle attribuzioni di questa istituzione, appare integralmente mantenuto dai ddl di revisione come è attualmente.

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