La legge sul taglio dei parlamentari nasce dal malumore anti-casta del M5S, e dalla Lega, per indurre i grillini a stipulare l’alleanza di governo con cui si è aperta la diciottesima legislatura, e accettato infine dal Pd che, dopo aver votato contro tre volte, ha voluto indurre il M5S alla seconda alleanza, per dar vita a un governo e non andare a elezioni anticipate da cui si temeva potesse uscire vincitrice la destra.
Mese: Settembre 2020
Una decisione solo apparentemente semplice
La decisione sul taglio dei parlamentari è solo apparentemente semplice. Ogniqualvolta si tocca la Costituzione si provocano infatti importanti effetti sistemici. Per esempio, il taglio lineare da 945 a 600 altera gli equilibri nel collegio per l’elezione del Presidente della Repubblica, visto che a fronte della drastica riduzione dei parlamentari resta ferma la componente dei delegati regionali.
Un “NO” alla «riduzione», un “SÌ” alla disciplina dei partiti politici
Il Sì possibile trappola per il regionalismo
Può darsi che, come già sostenuto in Assemblea costituente dal deputato Giovanni Conti, relatore della seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione, il popolo italiano «disgraziatamente» abbia sempre «una sola abitudine circa il Parlamento: parlarne male» e che si possa «elevare il prestigio del Parlamento per una via soltanto: diminuire il numero dei componenti alla Camera» (seduta del 18.9.1946).
La frittata del referendum
Ci sono valide ragioni a sostegno del sì come del no al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre. A favore dell’approvazione della riforma costituzionale c’è che si tratta di una revisione puntuale, a fronte delle fallite proposte strutturali del 2006 e del 2016. Una riforma che potrebbe metterne in moto altre, quantomai necessarie, e che ha un valore simbolico di semplificazione e risparmio.
Le miserie di una revisione costituzionale e del relativo referendum
E’ comunemente accettata l’idea che l’Assemblea Costituente si avvalse dell’apporto e della collaborazione della migliore dottrina giuspubblicistica italiana del tempo, così fondendo in un unico risultato apprezzabili scelte costituzionali di valore con soluzioni tecnicamente pregevoli.
Il “taglio” dei parlamentari. Quando si confondono politiche fiscali e riforme istituzionali
È da accogliere con grande favore l’iniziativa assunta dalla redazione de laCostituzione.info di avviare un dibattito in merito all’imminente referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari – il cosiddetto “taglio dei parlamentari” –, tema sinora eccessivamente trascurato.
Il taglio dei parlamentari: fin dove può arrivare l’ottimismo della volontà?
Diversi autorevoli sostenitori del SÌ ritengono che il drastico taglio del numero dei parlamentari sia un’occasione che andrebbe colta per rilanciare il ruolo e l’autorevolezza del Parlamento e persino per orientare il dibattito pubblico sul ripensamento del bicameralismo perfetto, i cui problemi da tempo si è tentato di risolvere, senza successo, con vari progetti di riforma.
Terza via
Davanti alla scelta di votare SI o NO nel referendum per il taglio dei parlamentari, esistono formalmente altre due decisioni individuali, quella del voto bianco e quella dell’astensione.
La Costituzione terra di nessuno– Più di una ragione per il No
Era un’epoca in cui “ci si sbracciava per gente dappoco e non si faceva attenzione a uomini di valore; succedeva che degli stupidi fossero considerati capi, e dei grandi ingegni nient’altro che originali”, “uomini che prima erano soltanto a capo di piccole sètte sono ora riconosciute celebrità”. Così rifletteva Ulrich (R. Musil, L’uomo senza qualità, ed. Torino, 1996, 60).
Cambiare la costituzione perché nulla cambi?
Le ragioni del no al referendum da un punto di vista tecnico sono state ormai ampiamente evidenziate dalla gran parte dei commentatori: la riduzione del numero dei parlamentari – allo stato – non garantisce una ragionevole rappresentanza di tutti i territori…
Qualità della democrazia rappresentativa e riduzione del numero dei parlamentari: davvero un ossimoro costituzionale?
Tra gli argomenti ricorrenti, richiamati per opporsi alla revisione costituzionale approvata dal Parlamento nell’autunno del 2019 e su cui i cittadini italiani saranno finalmente chiamati a pronunciarsi il 20 e 21 settembre 2020, dopo lo slittamento del voto del 29 marzo 2020 determinato dall’emergenza del Covid-19, si sostiene che la riduzione assai consistente del numero dei parlamentari alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, che il testo prevede…