di Salvatore Curreri
Nelle seguenti tabelle sono riportati i dati relativi alla composizione dei gruppi parlamentari nonché alle loro variazioni in corso di legislatura. Visualizzando i commenti riportati nelle caselle, è possibile consultare informazioni aggiuntive (i.e. nomi dei parlamentari che si iscrivono in un gruppo diverso rispetto al precedente).
In caso di difficoltà nella visualizzazione, le due tabelle possono essere consultate e scaricate ai seguenti link:
Una doverosa precisazione alla luce dei dati pubblicati da Openpolis
Lo scorso 14 dicembre 2023 Openpolis ha pubblicato un approfondimento dedicato alla rottura tra Azione e Italia Viva, evidenziando al riguardo “il ritorno dei cambi di gruppo”. In tale dossier, infatti, si sostiene che nella corrente legislatura si sono registrati complessivamente ben 39 cambi di gruppo. Notizia, ovviamente, che è stata subito ripresa dalla stampa più attenta alle vicende parlamentari (v. M. Rogari, Camere, ripartono i cambi di casacca: sono già 39, con sguardo alle europee, in Il Sole – 24 Ore, 21 dicembre 2023, p. 16).Poiché nelle tabelle che curo per questo blog io sostengo che i casi di cambi di gruppo sono appena 8, devo ai miei lettori la spiegazione di tale rilevante divario numerico.
Il punto è cosa intendiamo per “cambio di gruppo”.
Io considero tale il parlamentare che eletto per un partito decide ad inizio legislatura di non iscriversi o in corso di legislatura abbandonare il gruppo politico corrispondente (inteso come gruppo parlamentare o componente politica del misto).
Se così è, non possono certo essere definiti “cambi di gruppo” e, quindi, annoverati tra essi, i passaggi dei parlamentari in blocco di una forza politica iscrittisi ad inizio legislatura al gruppo misto per mancanza dei requisiti per costituire un gruppo parlamentare e poi autorizzati in tal senso dall’Ufficio di Presidenza, come nel caso dei deputati di Alleanza Verdi e Sinistra e Noi moderati. Così come non possono essere considerati “transfughi” i parlamentari di Italia Viva e Azione che si sono divisi per costituire gruppi politici autonomi.
I veri e propri casi di “cambi di casacca” sono stati:
– 3 al Senato: Rubbia dal gruppo misto al gruppo Per le Autonomie; Borghi dal gruppo del Pd a Italia Viva-Azione; Musolino da Per le Autonomie ad Italia Viva-Azione;
– 5 alla Camera: Stegher da non iscritto alla componente politica del misto delle minoranze linguistiche; Pisano eletto in Fratelli d’Italia che ha aderito al gruppo Noi moderati; Soumahoro dall’Alleanza Verdi e Sinistra al gruppo misto; Brambilla eletta nel centro destra che ha aderito prima al gruppo misto e poi a Noi moderati.