Dicono che Salvini, invocando i “pieni poteri”, abbia parlato “ingenuamente”, senza alcun riferimento ai tremendi precedenti storici (vedi il commento di Alessandro Morelli). Probabilmente è vero, non sono certo gli studi storici quelli che illuminano quest’uomo tutta azione e selfie: per l’urgenza di correre in soccorso degli italiani ha dovuto interrompere gli studi troppo presto. Quello che Salvini forse voleva dirci e che non possiamo chiedergli conto della sua azione di governo. Qualcosa ha pur fatto: ha regalato uno sconto fiscale ai suoi elettori “tipici”, le “piccole” partite IVA; ha mandato in pensione anticipata qualche fortunato; e soprattutto ha persuaso tutti che il vero problema “degli italiani” (con i cui soldi ha compiuto le meritorie azioni appena citate) è l’invasione degli immigrati, bloccando i porti e vietando i soccorsi in mare. In più – bisogna riconoscerglielo – ha aggravato l’atteggiamento del nostro Stato nei confronti degli stranieri che hanno cercato rifugio in Italia, atteggiamento ostile (sin dalla legge Bossi-Fini) a dare ospitalità a qualche migliaio di sfortunati, trattati non come tali ma come potenziali delinquenti, anzi istigandoli a delinquere, così dimostrando la preveggenza del governo. Se la gente vede centinaia di neri vagabondare chiedendo l’elemosina o bivaccare davanti alla stazione si persuade che loro sono il problema, non i dementi che impediscono a loro di trovarsi un lavoro, umile ma onesto.
Però è vero, Salvini non ha potuto fare di più. Quello che ha fatto lo ha fatto con pugno di ferro e fiero cipiglio, il resto non l’ha potuto fare per colpa dei 5 stelle, suoi alleati. Lui voleva solamente dire che se gli italiani vogliono un Governo più deciso devono dargli tutti i voti necessari per governare senza alleati. Con i pochi voti che ha ottenuto nelle elezioni politiche dello scorso anno, uno striminzito 17,6%, non poteva imporre la sua volontà agli alleati, è ovvio. I sondaggi e le elezioni europee lo hanno irrobustito politicamente e lo hanno riempito di ambizioni. Ma i numeri in parlamento sono quello che sono: per questo in parlamento preferisce non andarci e piuttosto “parlare” direttamente con “gli italiani” via facebook. Mussolini dovette patire le stesse difficoltà. Perse le elezioni del 1921 (la sua coalizione, dominata per altro da Giolitti, superò di poco il 19% dei voti), ma chiamato al Governo dal Re dopo la marcia di Roma, come primo atto, fece votare dal parlamento un legge di delega che gli conferiva – appunto – i “pieni poteri”.
Se Salvini studiasse un po’ di storia saprebbe dunque come si fa. Ma se studiasse un po’ di diritto costituzionale scoprirebbe che non si può più fare. La Costituzione è stata scritta proprio per questo, per sventare il rischio di un secondo Uomo della Provvidenza.