Perché mai stampa e radiotelevisione danno tanto spazio all’intervista rilasciata da Davide Casaleggio a un improbabile quotidiano? Chi è costui che si permette di pontificare sul futuro delle istituzioni parlamentari e della democrazia rappresentativa? Quali sono le credenziali che presenta per essere preso sul serio, chi gli ha fornito il palco da cui parlare e esporci il suo alto pensiero?
Wikipedia non ci illumina, ma dalla rete apprendiamo che è un laureato della Bocconi in Economia aziendale (materia che non promette certo di aprire gli occhi sul panorama delle storia delle istituzioni pubbliche e della filosofia politica) con una tesi sull’e-business; però ha scritto due libri, “I modelli dell’e-business” e “Tu sei rete” (con prefazione di Alessandro Bergonzoni). Nella presentazione che ne fa Amazon c’è scritto qualcosa di interessante: “Le reti sono ovunque intorno a noi. Fino a qualche anno fa le relazioni tra persone, oggetti ed eventi erano attribuite al caso. L’unico modo per ipotizzare il funzionamento dei sistemi complessi era attribuirne le ragioni ad avvenimenti casuali. La vita e l’evoluzione delle reti seguono invece leggi precise e la conoscenza di queste regole ci permette di utilizzare le reti a nostro vantaggio”. Non male come premessa per chi annuncia il “nuovo mondo”, in cui elezioni e parlamenti sono destinati ad un ruolo secondario, perché sarà la rete a offrire i nuovi strumenti di democrazia: una democrazia diretta da chi ne sa e ne trae vantaggio!
Casaleggio governa già un pezzo della nostra democrazia gestendo la piattaforma Rousseau e tutte le operazioni “democratiche” on-line del M5S. Ovviamente il suo potere non si basa sulla vecchia e obsoleta democrazia del voto (sia pure il televoto): lo ha ereditato dal padre che, a sua volta, lo ha conquistato grazie all’amicizia di Grillo, il quale naturalmente non ha mai pensato di sottoporsi al voto. È questa la democrazia che ci attende nel roseo futuro della rete? E perché i giornali danno credito a teorici di questa levatura?
E se fosse proprio lo scarso senso critico dell’analisi costituzionale che ha prodotto (permesso e favorito) il fenomeno Casaleggio, Grillo e M5s? Intanto Casaleggio ha tutto il diritto di esprimersi su questioni costituzionali, perché la costituzione è ovviamente di tutti. E le radio locali e i giornalini provinciali hanno tutto il diritto di pubblicare interviste di chi vogliono. Il CV più corto di Casaleggio rispetto a quello del Presidente del consiglio non è negli occhi di tutti un difetto. La creazione in una democrazia non proprio uguale per tutti di una forza politica che riesce a rappresentare dopo pochi anni quasi un terzo di coloro che esprimono una preferenza non è un demerito. La configurazione organizzativa del M5s non è che la versione esasperata di un modello politico affermatosi nel dibattito pubblico (il governo o il capo voluto dalla gente, la certezza della maggioranza e del primo ministro la sera delle elezioni, la governabilità, il divieto degli eletti di cambiare schieramento etc), nella normativa elettorale (il voto per liste, le liste bloccate, il premio di maggioranza, le pluricandidature, i capolista, l’uninominale congiunto, l’indicazione del primo ministro o del capo politico etc), nei progetti di revisione (una più netta poi un’altra più insidiosa) da quasi 20 anni e nella realtà politica (i principali partiti che contavano fino a un anno fa erano e sono rimaste mono- o oligarchie con o senza parvenza di democraticità interna). Le affermazioni preoccupanti di Casaleggio e di Grillo sull’inutilità del Parlamento e sul sorteggio dei parlamentari sono la conseguenza logico di quello che è stato detto, scritto e fatto nelle 4 legislature precedenti. I costituzionalisti che non hanno criticato i vizi più inaccettabili, fra cui le liste bloccate, non possono ora insorgere credibilmente contro il compimento della degenerazione del pensiero costituzionale nelle affermazioni provocatorie di Casaleggio e Grillo. Eminenti costituzionalisti hanno preparato il terreno ai due faccendieri politici di successo (il superamento del parlamento è un tema ricorrente, il sorteggio è stato reclamizzato dal prof. Ainis).