Quello che si scopre è sorprendente, e un po’ inquietante. Dopo averlo annunciato per settimane, discusso, limato e tagliato, il decreto “Dignità” è stato approvato dal Consiglio dei ministri a occhi chiusi, senza neppure leggerlo fino in fondo, forse facendo annoiati scarabocchi su qualche foglio di carta. Non solo, ma non se ne sono neppure accorti. Di Maio incolpa oscuri funzionari o esponenti a lui avversi del precedente regime (Boeri) di aver messo la manina sulla relazione che accompagna il decreto in parlamento. Ma evidentemente quando in Consiglio dei ministri hanno votato il decreto, Di Maio non è riuscito a stare attento sino alla fine, sino alla norma di spesa: perché se no si sarebbe chiesto perché le modifiche alla disciplina dei rinnovi dei contratti a termine comportassero un costo per l’erario, un costo che il “suo” decreto quantificava e provvedeva a coprire. Oppure non è vero che il decreto è stato approvato nella sua integralità in Consiglio dei ministri: ma allora hanno persino ingannato il Presidente della Repubblica, a cui hanno sottoposto un documento non regolarmente approvato. E della gravità di tutto ciò neppure si accorgono e continuano ad accusare le “forze oscure”!