Le preoccupazioni di Mattarella sono le nostre

di Roberto Bin

Gli appelli del Presidente della Repubblica al senso di responsabilità dei partiti e l’invito a preoccuparsi delle sorti del Paese, piuttosto che ai propri interessi tattici, dovrebbero essere sottoscritti da tutti. Ma siamo in Italia, un paese a forma di stadio calcistico, ove dai tempi dei guelfi e dei ghibellini (ma ancora da prima, se si scava un po’) il clima da rissa tra opposte tifoserie domina su qualsiasi riflessione pacata.

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Governance finanziaria europea. Prove generali di un accordo Franco-Tedesco?

di Andrea Pisaneschi *

In un Italia tutta presa dalle elezioni politiche e dai problemi post-elettorali, è passato quasi inosservato un documento del gennaio di questo anno, sulla riforma dell’Eurozona, denominato Reconciling risk sharing with market approach: a constructive approach to euro area reform.

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Il domani non basta: il “momento elettorale” fra passato e futuro

di Alessandro Lauro

In questi giorni di fremito pre- e post-elettorale, gli italiani hanno per un momento “riscoperto” la politica: grazie al tam tam sui social network, ai link che piovono magicamente ovunque per calcolare le affinità politiche, agli illuminati appelli “ad informarsi”, si è aperto innanzi al cittadino elettore un universo di sigle, simboli, nomi che prima erano sconosciuti o quasi.

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Alleanza e accordo politico, due cose ben diverse. Il Pd può fare lo schizzinoso?

di Roberto Bin

L’ipotesi di un accordo politico tra PD e M5S, che a me sembra auspicabile, è una prospettiva da tenere ben distinta dall’ipotesi di un’alleanza politica. Un’alleanza l’ha stretta il PD con Lorenzin e Casini, nonché Bonino, per presentarsi alle elezioni con un unico programma.

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Da dove viene l’allarme rosso per le Regioni rosse

di Antonio Ramenghi

La Regione in Italia dove il Pd ha perso la percentuale più alta rispetto alle politiche del 2013 è, in assoluto, l’Emilia-Romagna: -10,6% (ha preso il 26,4% contro il 37%), facendo peggio addirittura della Sardegna dove il Pd il 4 marzo ha perso, rispetto al 2013, il 10,4% (ha preso il 14,8% contro il 25,2%).

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E i sondaggisti? Quello sbarramento li rende inattendibili

di Antonio Ramenghi

I sondaggisti come escono dal confronto tra i risultati delle urne e quelli da loro previsti prima del voto? Se si confrontano le medie dei sondaggi delle ultime cinque settimane prima dello stop imposto dalla legge si può dire, ancora una volta, che i sondaggi preelettorali ci azzeccano poco.  Ma c’è un ma: con i sondaggi riservati eseguiti dopo, sino alla vigilia del voto, il panorama si è chiarito meglio.

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Oggi l’Italia celebra la prima Giornata dei Giusti dell’umanità

di Marta Stroppa

Oggi, 6 marzo 2018, l’Italia celebra per la prima volta la Giornata in memoria dei Giusti dell’umanità. Istituita dal Parlamento Italiano il 7 Dicembre dello scorso anno con la Legge n. 212/2017, tale ricorrenza offre una preziosa occasione per approfondire il tema della memoria del Bene e per rafforzare l’impegno comune contro ogni forma di violenza, intolleranza e razzismo.

L’intento di questa Giornata – promossa originariamente a livello internazionale dal Parlamento Europeo su proposta dell’associazione Gariwo, la foresta dei Giusti – è quello di valorizzare le storie di figure esemplari che, nei momenti più bui dell’umanità, si sono assunti una responsabilità personale nei confronti del male, difendendo la libertà e la dignità umana anche a costo della propria vita.

Ricordare le storie dei Giusti  è fondamentale per difendere e rafforzare i valori chiave di una società democratica sanciti nella nostra Costituzione. Ci ricorda che è sempre possibile resistere al male e che ognuno di noi, nel suo piccolo, può essere portatore di Bene. Spesso infatti i Giusti non sono santi o eroi, ma persone comuni che ad un certo punto della loro vita hanno agito in difesa degli altri. Essi rappresentano un esempio di civiltà e umanità a cui ispirarsi.

Questo messaggio assume un significato ancora più importante di fronte alla crisi morale e politica che l’Italia e la comunità internazionale intera stanno vivendo in questa fase storica. Oggi infatti assistiamo alla nascita di nuove culture d’odio e di violenza, all’ascesa dei nazionalismi e all’affermazione del razzismo in ogni parte del globo. In un mondo sempre più pericoloso, risulta necessario promuovere la diplomazia del bene, basata sul dialogo e sulla memoria. In questo senso, i Giusti diventano punti di riferimento per l’intera umanità.

È quindi di particolare rilevanza che il nostro sia stato il primo Paese ad aderire ufficialmente alla Giornata istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento Europeo in onore dei Giusti. Ciò infatti rappresenta un importante messaggio di civiltà che il nostro Paese lancia non solo all’Europa, ma al mondo intero.

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E adesso, pover’uomo? Forse una via c’è

di Roberto Bin

Consoliamoci, Johannes Pinneberg, il pover’uomo di Hans Fallada, era di fronte ad una situazione ben più drammatica di quella cui ci affacciamo oggi in Italia. Per fortuna questa settimana non c’è asta dei buoni del tesoro (la prossima è il 12 marzo), per qualche giorno ancora non avremmo chiara la reazione dei mercati e non sapremo di quanto salirà il fatidico spread. Forse per allora qualcosa si sarà chiarito?

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Adelante Pedro… Cronoprogramma di inizio legislatura

C’è chi, come Matteo Salvini, ha annunciato nei giorni scorsi che martedì prossimo siederà a Palazzo Chigi e chi, come Luigi Di Maio, ha già fatto iniziare il riscaldamento alla propria squadra di futuribili ministri. Che fretta! Le cose andranno assai più lente e ponderate come viene chiaramente spiegato in questo articolo di Giampiero Buonomo, tanto che l’inizio delle consultazioni per il nuovo governo saranno probabilmente avviate dal Presidente della Repubblica non prima del 26 marzo.

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Il dopo voto? Irrealistico escludere un accordo di maggioranza tra forze politiche diverse

di Antonio D’Andrea

Quando, prima del voto del 4 dicembre 2016, si è insistito sulla necessità di recuperare la razionalità e, ancor prima, la logica del sistema di governo parlamentare, artificiosamente contraddette dalla combinazione tra la riforma costituzionale avanzata dal Governo Renzi (che prevedeva una sola Camera politica, quella dei deputati) e la nuova legge elettorale – il c.d italicum – che comunque prevedeva l’assegnazione di un premio di maggioranza ad una sola lista, si toccava, a mio avviso, un aspetto cruciale della complessiva riforma istituzionale promossa in questa legislatura dal PD e dalla sua variegata ed estemporanea maggioranza parlamentare.

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