di Antonio Ramenghi
La Regione in Italia dove il Pd ha perso la percentuale più alta rispetto alle politiche del 2013 è, in assoluto, l’Emilia-Romagna: -10,6% (ha preso il 26,4% contro il 37%), facendo peggio addirittura della Sardegna dove il Pd il 4 marzo ha perso, rispetto al 2013, il 10,4% (ha preso il 14,8% contro il 25,2%).
In Toscana il calo è stato di -7,9% (29,6% contro il 37,5%). In Umbria il Pd ha perso il 7,3% di voti (dal 32,1% al 24,8%), nelle Marche il 6,4% (dal 27,7% al 21,3%).
Contestuale a questo crollo del Pd nelle suddette Regioni, non si è registrato, come altrove, il boom del Movimento 5 stelle. In Emilia-Romagna rispetto al 2013 il M5S è cresciuto del 2,9%, in Toscana dello 0,7%, in Umbria dello 0,3%, nelle Marche del 3,5%, percentuali importanti ma lontanissime da quelle a due cifre registrate dall’Abruzzo in giù.
Contemporaneamente, per fare solo l’esempio dell’Emilia-Romagna, storicamente indicata come la “riserva indiana”, la Lega ha sfiorato il 20% una quota inimmaginabile, raggiunta in parte a discapito di Forza Italia che perde rispetto al 2013 il 6,4%, ma in parte non trascurasbile a discapito del Pd. Con il risultato che se si votasse oggi per le regionali il Governatore verrebbe eletto probabilmente dal centrodestra, la cui coalizione è uscita maggioritaria dalle urne del 4 marzo. Una eventualità questa che sarebbe ancor più clamorosa del già tanto clamoroso successo di Giorgio Guazzaloca nelle elezioni comunali di Bologna nel 1999, quando diventò sindaco al ballottaggio con il 50,69% dei voti, alla testa di una coalizione appunto di centro-destra.
Questo per dire che nelle Regioni rosse (o ex rosse), non è tanto il M5S a dover preoccupare il Pd quanto l’avanzata della Lega e la “Salvinizzazione” di buona parte dell’elettorato berlusconiano. C’è stato chi, come l’ex deputata Pd, Sandra Zampa, prodiana della prima ora, se ne era accorta eccome in campagna elettorale. Candidata in un collegio a cavallo tra le province di Bologna e Ferrara, considerato da tutti “sicuro”, racconta di aver chiamato più volte i vertici del partito avvertendoli: “Ma quale collegio sicuro, qui sono tutti leghisti!”.
Mi sbaglierò ma a mio parere chi dovrà rianimare nelle Regioni rosse il Pd dopo il ko del 4 marzo, dovrà preoccuparsi molto di più del vento del nord rispetto a quello grillino del sud. Trovandosi nel centro della penisola queste regioni oggi sono comunque esposte, molto esposte, a tutti i venti…