di Roberto Bin
La notizia è passata quasi in silenzio nella campagna elettorale (vedi però il Fatto quotidiano): la Corte di giustizia ha condannato l’Italia perché nel periodo 1995-2009 non ha ricuperato la sanzione (c.d. “prelievo supplementare) posta a carico degli allevatori che avevano superato le “quote latte”. Come sempre il governo italiano aveva cercato di fare il furbo con i soldi dei contribuenti: aveva versato alle casse comunitarie l’importo dovuto (circa 1,4 miliardi), ma non lo aveva recuperato dagli allevatori colpevoli dell’infrazione. Diceva infatti la norma europea che gli allevatori “sono debitori verso lo Stato membro del pagamento del loro contributo al prelievo dovuto soltanto per il superamento dei rispettivi quantitativi di riferimento disponibili”. Ma questo debito non è stato mai riscosso, se non in piccola parte.
La questione delle quote-latte era stata uno dei cavalli di battaglia della Lega. Nei lunghi anni in cui è stata al Governo (2001-2005, 2008-2011) aveva difeso gli allevatori padani lasciandoli liberi di “sforare” i vincoli comunitari (per altro mai contestati dallo Stato italiano, che quei vincoli aveva concorso a stabilire nelle sedi europee) e conquistandone così il consenso elettorale. E ora?
Ora l’Italia dovrebbe recuperare le somme dagli allevatori colpevoli dello sforamento, altrimenti verrà nuovamente condannata dalla Corte di giustizia che stabilirà una penale per ogni giorno di ritardo dell’adempimento dell’obbligo: saranno centinaia di migliaia di euro che dovremo aggiungere ai milioni che già versiamo per le nostre inadempienze, tra infrazioni alle norme ambientali e illegittimi aiuti di Stato alle imprese.
A proposito, sono mai stati recuperati i 220 milioni che l’Italia è stata condannata a pagare per aver promosso con i nostri soldi – Berlusconi premier – l’acquisto dei decoder, tecnologia che la Corte di giustizia ha ritenuto (in primo e in secondo grado) costituire un indebito favore a Mediaset?
Grazie professor Bin, è bene ricordarle certe cose…..