di Antonio Ramenghi
Mancano 45 giorni al 4 marzo data delle elezioni politiche ma se cercate sui siti dei partiti non trovate ancora i loro programmi elettorali. Cioè quei testi che, nero su bianco, dovrebbero costituire un impegno vincolante e servire agli elettori per orientarsi e decidere il loro voto. A tutt’oggi questi programmi non li trovate ma navigando vi appariranno solo slogan più o meno azzeccati, aggreggioni agli avversari, dichiarazioni fantasmagoriche, promesse a pioggia le più strampalate.
A ben vedere fare un programma serio che dica dove e come si vuol portare il Paese nei prossimi cinque anni non risulta un esercizio facile anche perchè questi programmi dovrebbero essere di coalizione. Così, per esempio i leader della coalizione quadrupede di Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia-Noi con l’Italia hanno sin qui fatto annunci molto discordanti: abolizione del jobs act, no solo revisione del jobs act, ma non è detto; abolizione della legge Fornero, no solo correzioni dove c’è da correggere, forse niente; tassazione della prostituzione, no non si può, ecc. ecc.
Non è che il centrosinistra stia meglio: a tutt’oggi, festa di Sant’Antonio, protettore degli animali, non si è neppure ancora realizzato il miracolo della composizione certa della coalizione, anche questa quadrupede, perchè Bonino sta ancora trattando sul peso di +Europa e la Lorenzin è in preda a doglie da seggio. Impossibile che per ora esca un programma elettorale comune anche dal centrosinistra.
Non c’è il programma dei partiti, non c’è il programma delle coalizioni, è in corso invece una lotta all’ultimo sangue per distribuire i seggi cosiddetti “sicuri” (?!). Non si è deciso ancora cosa fare e come nei prossimi cinque anni, ma ci si accapiglia (e la cosa continuerà sino all’ultimo termine utile per la presentazione delle liste) per decidere, a prescindere, chi lo farà. E si decide pure di fare carta straccia di quegli statuti che ponendo un limite ai mandati parlamentari avrebbero agevolato il compito. Come? Introducendo la solita abusata serie di “deroghe” allo statuto che finiscono per incasinare ancora di più le partite in gioco.
Anche M5S non sta proprio bene: il programma inteso come testo compiuto da presentare agli elettori non c’è e le parlamentarie sulla piattaforma Rousseau sono finite nel caos con alcuni candidati che si sono scoperti “scandidati” e qualcuno che, addirittura a sua insaputa, si è ritrovato nella lista da votare!
p.s. Non appena disponibili troverete i link ai programmi elettorali, cliccando su Elezioni 2018 – programmi elettorali