Housing sociale, coabitazione, abbattimento barriere architettoniche, progetti sperimentali di convivenza. Sono le proposte della regione Emilia-Romagna verso le persone non autosufficienti, anziane o malate gravi, per garantire autonomia, coesione sociale e buona qualità della vita alle fasce più deboli della popolazione.
“La sfida della non autosufficienza sta diventando sempre piu’ centrale in ogni agenda pubblica per due grandi motivi – dice Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega a Welfare e Politiche abitative – l’invecchiamento demografico esponenziale e lo sgretolamento delle reti familiari. Bisogna cominciare a ragionare in termini di domiciliarità permanente anche in caso di non autosufficienza, per allontanare sempre di più la sanitarizzazione spinta. Occorre promuovere le condizioni per lanciare un piano regionale delle fragilità per i prossimi anni”.
In Emilia-Romagna nel 2016 sono stati più di 15.000 gli anziani assistiti a domicilio e quasi 9.000 quelli che hanno ricevuto l’assegno di cura. Ora viene promossa la coabitazione come antidoto alla solitudine, come un nuovo modello di abitare per garantire assistenza, dignità e autonomia agli ammalati gravi e anziani non autosufficienti, in alternativa al ricovero in strutture protette, per continuare a vivere in casa propria, anche quando la malattia lo rende difficile.
Sommando le risorse assegnate del FRNA e dei Fondi nazionali, che per il 2017 comprendono anche risorse per interventi e servizi provenienti dalla legge del “Dopo di noi” (legge 112/2016), oltre 6 milioni di euro, nonché i risparmi degli anni precedenti (26,700 milioni dal FRNA e 4,5milioni dai fondi nazionali) i finanziamenti complessivi della Regione Emilia-Romagna superano i 500 milioni di euro.
Inoltre nel 2017 sono stati stanziati 2 milioni di euro per eliminare gli ostacoli e adattare l’ambiente domestico – appartamenti e spazi comuni di edifici privati – alle esigenze delle persone con disabilità.
Saranno 633 in tutta l’Emilia-Romagna le famiglie che, sulla base di uno specifico bando approvato dalla Giunta, hanno ricevuto i contributi a fondo perduto: 491 richieste riguardano persone totalmente invalide, 142 quelle con una invalidità parziale.