di Giovanni De Plato
Peccato che non abbia avuto il dovuto risalto la importante decisione della Procura generale di Bologna di riaprire le indagini sulla strage alla stazione ferroviaria del 2 agosto di trentotto anni fa, come da richiesta dei familiari delle vittime. Come non ha avuto il giusto rilievo la riapertura delle indagini da parte della procura di Palermo sul delitto del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella avvenuto sempre nel 1980. Le procure ordinarie di Bologna e di Palermo avevano già deciso di archiviare, ritenendo accertata la verità e condannate le responsabilità. E i mandanti?
Si deve alla competenza, all’esperienza e al senso del dovere di Ignazio De Francisci, magistrato della procura di Bologna, e di Francesco Lo Voi procuratore di Palermo se i misteri dell’Italia repubblicana non sono stati occultati definitivamente. La verità sulle stragi (chi sono gli effettivi mandanti e quali erano le loro finalità) è ancora tutta da indagare e di certo non ci si può accontentare di verità parziali o incomplete, emerse dai diversi gradi dei processi finora celebrati. La riapertura delle indagini a Bologna e a Palermo riaccende finalmente i riflettori su quella rete, complessa e mai svelata, fatta di organizzazioni eversive, di mafie, servizi deviati, società segrete, logge, venerabili e conti in banche svizzere.
La riservatezza delle nuove indagini non lascia trapelare informazioni sui tanti fili eversivi, finora ignorati, che legano la strage di Bologna al delitto Mattarella. E la verità sulle altre stragi, piazza Fontana 1969, piazza della loggia Brescia e treno Italicus 1974? Si ha l’impressione che finora le indagini abbiano considerato ogni eccidio come un fatto a sé, non valutando se fossero dei tasselli che formano una possibile trama della strategia eversiva che ha funestato per lunghi decenni la repubblica italiana. Strategia che cercò di colpire a morte lo Stato democratico con la strage di Via Fani e il rapimento di Aldo Moro marzo 1978 seguito dall’uccisione dello statista da parte delle Brigate rosse nel maggio dello stesso anno. Il teorema dello stragismo degli opposti estremismi (sinistra e destra eversive) e dello stragismo di Stato (servizi segreti e deviati) si sono dimostrati nei fatti una chiave che non ha permesso di arrivare alla verità. Di questa drammatica realtà che attanaglia ancora l’Italia di oggi (come si spiega il caso Consip?) non c’è traccia nei programmi e nei dibattiti tra i partiti in vista delle prossime elezioni politiche. Le forze della destra non amano trattare le responsabilità impunite o aprire i propri armadi. E quelle di sinistra non sanno come affrontare gli attacchi alla democrazia e fare della ricerca della verità una priorità del loro programma di governo. Siamo circondati e minacciati da neri corvi, come nel film del 1963 “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock.
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