di Roberto Bin
Prima o poi doveva capitare. Per la prima volta dalla sua vittoria elettorale, l’appoggio di Donald Trump ad un candidato non basta a fargli vincere l’elezione. La vittima è stata il senatore Luther Strange, candidato alle primarie repubblicane in Alabama, che è stato sonoramente sconfitto da Roy S. Moore, già presidente della Corte suprema dello Stato. Non certamente un candidato progressista, Moore godeva del supporto degli cristiani evangelici e anche di un pesante appoggio finanziario benedetto dal senatore Mitch McConnell, leader della maggioranza e spesso critico nei confronti di Trump.
Il punto è proprio questo. Sembra quasi che l’appoggio politico manifestato da Trump con il suo solito eclatante entusiasmo non paghi più, e incominci anzi a puzzare come la gamba ferita di Filottete. Forse perché preoccupato che l’olezzo della sconfitta incominci a disgustare i seguaci repubblicani e i suoi stessi fan, e che ciò possa preludere al suo abbandono su un’isola deserta, come capitò al malcapitato eroe greco, Trump ha fatto un gesto degno di lui: ha cancellato tutti i tweet con cui ha sostenuto entusiasticamente il suo candidato annunciandone fino all’ultimo la certa vittoria. Ma maliziosi siti giornalistici conservano tutti i tweet, compresi quelli con cui Trump accusa le Fake news di impedire ai suoi seguaci di ricevere il credito sufficiente a realizzare la loro opera! Che Lemno sia ormai vicina?