Non capita soltanto in Polonia e Ungheria, da tempo in preda ad una deriva autoritaria piuttosto preoccupante. Ora accade anche nel cuore d’Europa, in Germania.
Il presidente del parlamento tedesco, Norbert Lammert, in un contributo pubblicato sull’autorevolissimo Frankfurter Allgemeine Zeitung dell’11 maggio, scrive una cosa che i nostri politici hanno spesso pensato ma mai hanno osato affermare con tanta spudoratezza. La Corte costituzionale si deve dare una controllata e trattenersi da intralciare il legislatore democratico restringendo la sua creatività: altrimenti quello che il legislatore non può introdurre per via di legge ordinaria sarà costretto a introdurre sul piano della revisione costituzionale.
Che vi sia tensione tra i giudici, e il giudice costituzionale segnatamente, e il legislatore è un fatto normale nella storia delle democrazie costituzionali, perché la Costituzione e la sua vestale servono a questo. Nel 1937 il Presidente F. D. Roosvelt aveva proposto una legge (il Judicial Procedures Reform Bill) che avrebbe consentito al Presidente di aumentare la composizione della Corte suprema (i cui giudici sono tutti di nomina presidenziale, pur con il necessario avallo del Senato) per superare la sistematica censura delle riforme volute dal New Deal. La proposta fallì, ma la minaccia bastò a produrre quel lieve cambiamento nello schieramento dei giudici della Corte sufficiente a placare il conflitto istituzionale.
Lammert interpreta il malcontento che deputati della CDU e della CSU nutrono per alcune sentenze recenti della Corte costituzionale federale (che, per esempio, ha bocciato il divieto del velo islamico nelle scuole e l’esenzione dall’imposta di successione per le imprese famigliari): con particolare riferimento alle leggi elettorali, con la dichiarazione di incostituzionalità della soglia del 5% nelle elezioni comunali, che rischia di frantumare le assemblee locali, e della soglia del 3% nelle elezioni europee.
In Germania per cambiare la costituzione ci vuole la maggioranza dei 2/3 in entrambe le camere. Attualmente la Grosse Koalition gode di una maggioranza dei 4/5, ma la legislatura finisce a settembre, con le nuove elezioni politiche. La minaccia non è poi così attuale.