di Antonio Ramenghi
Da due istituti internazionali di ricerca arrivano due classifiche, foriere di una bella notizia e di una brutta. Entrambe dovrebbero farci riflettere.
La bella notizia è che godiamo di buona salute, al punto da esser considerati, secondo il Bloomberg Global Health Index, al primo posto nel mondo per salubrità. Bloomberg ha compiuto la sua ricerca su 163 Paesi e l’Italia, nonostante la crisi economica, è arrivata in vetta alla classifica precedendo Islanda, Svizzera, Singapore. Gli Stati Uniti, per dire, sono al trentaquattresimo posto.
Probabilmente è per questo che la dieta mediterranea sta spopolando nel mondo come dieta salutista.
Gli italiani godono di buona salute e anche di lunga vita: Bloomberg sottolinea che l’aspettativa di vita per un bimbo che nasce oggi in Italia è di 80 anni contro i 52 di un bimbo che nasce per esempio in Sierra Leone. Tutto questo nonostante gli italiani siano, come noto, tra i popoli più pigri e meno sportivi: solo una famiglia su cinque spende per attività sportiva, utilizzando per questo appena l’1,48% della spesa totale mensile.
La cattiva notizia ci arriva da un’altra classifica diffusa il 20 marzo, giornata mondiale della felicità indetta dall’ONU. Ebbene secondo il Word Happiness Report 2016, l’Italia risulta al cinquantesimo posto, dopo Uzbekistan e Nicaragua. Al primo posto c’è la Danimarca e al secondo la vicina Svizzera.
Insomma godiamo di buona salute, viviamo a lungo senza faticare troppo, ma scarseggiamo in felicità. E lo vediamo tutti i giorni, nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, sugli autobus, in autostrada.
E lo vediamo e sentiamo anche nelle produzioni artistiche, nelle nuove costruzioni edilizie (ovviamente con le lodevoli eccezioni), persino nelle nostre numerose feste e festival.
Ecco un bel tema da affrontare tutti insieme, politica compresa che pare oggi assai poco felice.
Aumentare la felicità: dovremmo farne il primo punto all’ordine del giorno.
Secondo me sin da piccoli veniamo abituati a metterci in rapporto col mondo che ci circonda usando per prima il vestito formale;basterebbe cominciare invece a indossare prima quello sostanziale per cominciare a essere più felici