Il 14 dicembre l’approvazione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna della legge per il reddito di solidarietà e il contrasto alla povertà: 70 milioni per l’applicazione del Res di cui 35 dalla Giunta regionale. Potrà essere richiesto da nuclei famigliari, anche unipersonali, con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro.Reddito di solidarietà durerà un anno e bisognerà partecipare a progetti di impegno sociale o di inserimento lavorativo. Secondo le stime della Regione potrebbero essere 85.000 i cittadini ad averne diritto e circa 35 mila nuclei famigliari in condizioni di grave povertà. Entro 60 giorni dalla approvazione verrà definito il regolamento attuativo. L’ammontare del contributo arriverà fino a un massimo di 400 euro al mese per un anno.
La legge regionale “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”, aiuterà famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione (dati: Università di Modena e Reggio Emilia, ottobre 2016).
Al Reddito di solidarietà sono stati destinati 35 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale che si aggiungo ai 37 milioni che lo Stato ha erogato all’Emilia-Romagna per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia), misura attiva di contrasto alla povertà che la legge di Stabilità 2016 ha esteso a tutto il territorio nazionale e che il Res affiancherà e integrerà. Il Reddito di solidarietà regionale amplia però la platea dei potenziali fruitori: nel Sia, infatti, si richiede la presenza all’interno del nucleo famigliare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza, condizioni non richieste dal Res, destinato a qualsiasi tipo di nucleo famigliare, anche composto da una sola persona, per rispetto del principio universalistico.
L’accesso al Res dovrà essere accompagnato da un progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, concordato e sottoscritto dai componenti maggiorenni del nucleo famigliare, dal referente del Servizio sociale territoriale del Comune competente e, in caso di proposte per l’inserimento lavorativo, dal Centro per l’impiego. La misura dà quindi luogo a un vero e proprio patto tra erogatori e beneficiari: a fronte della corresponsione del contributo economico, ci deve essere uno specifico impegno del nucleo famigliare a perseguire progetti di inclusione sociale e lavorativa.
Queste le modalità di erogazione del Reddito di solidarietà
Possono accedere al Reddito di solidarietà i nuclei famigliari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee corrente inferiore o uguale a 3mila euro. Nel caso componenti il nucleo famigliare percepiscano altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale (pensione, accompagnamento, ecc.), il valore complessivo per il nucleo famigliare dei medesimi trattamenti nel mese antecedente la richiesta deve essere inferiore a 600 euro mensili. L’accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo famigliare della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) o dell’assegno di disoccupazione (Asdi), o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.
L’ammontare massimo mensile è pari a 400 euro per nucleo famigliare. L’intervento sarà concesso per non più di 12 mesi, superati i quali il sostegno potrà essere richiesto solo trascorsi almeno altri 6 mesi.
La domanda per ottenere il Res deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo famigliare al Comune territorialmente competente, tramite apposito modello corredato dà tutte le dichiarazioni individuate nel regolamento attuativo. Il Res sarà erogato dai Servizi sociali dei Comuni nell’ambito di un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del nucleo famigliare.