Il giudice di Milano, Loreta Dorigo, ha respinto il ricorso sul quesito referendario presentato da Valerio Onida e Barbara Randazzo il 27 ottobre scorso.
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Il giudice nelle 22 pagine della sentenza scrive che è la Costituzione all’art.138 “a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile. In caso di parcellizzazione dei quesiti l’elettore libero di scegliere su ogni singolo quesito, finirebbe in tal caso per intervenire quale organo propulsore dell’innovazione costituzionale contro la lettera della norma (oltre che a favorire l’ingresso di una contrattazione politica di carattere compromissorio, evenienza giustamente paventata dagli stessi ricorrenti)”. Specchettando, espressione orribile a giudizio di Dorigo, la riforma in più quesiti su più temi il referendum si trasformerebbe, sostiene dunque il giudice, da “oppositivo” a “propositivo”.
Il giudice Dorigo prosegue poi scrivendo che in presenza di “una riforma costituzionale di ampio respiro come possono essere revisioni dellla Costituzione interessanti piu articoli e piu titoli, da definirsi pur sempre revisioni parziali, il referendum nazionale non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza, non potendosi disarticolare l’approvazione o il rigetto di un testo indiviso alla sua fonte, le cui diverse parti sono in rapporto di reciproca interdipendenza”.
Prosegue Dorigo: “Deve essere tenuto presente che le disposizioni di una legge di revisione, ancorché quest’ultima si occupi di articoli della Costituzione fra loro diversi e regolanti materie potenzialmente non omogenee, non possono per ciò stesso ritenersi prive di interconnesione”.
IL TESTO INTEGRALE del ricorso presentato da Valerio Onida e Barbara Randazzo.