A proposito del possibile ruolo delle procure a seguito di un’eventuale separazione delle carriere giudiziarie

di Sergio Bartole*

La forma di governo della Repubblica italiana è pluralista, non solo in quanto recepisce e proietta a livello di poteri il pluralismo della nostra comunità nazionale, ma anche perché è composta di un complesso di istituzioni fra loro separate e destinate a coordinarsi attraverso la collaborazione nonché il bilanciamento delle rispettive attribuzioni e orientamenti. Con l’eventuale accoglimento della proposta separazione delle carriere di magistrati giudicanti e requirenti il numero di quelle istituzioni aumenterebbe con la divisione di un solo ordine di magistrati in due ordini distinti – appunto, uno dei giudicanti ed uno dei requirenti – governato ciascuno da un suo consiglio superiore.

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Von der Leyen bis, il vuoto della politica

di Andrea Guazzarotti

La candidata alla Presidenza della Commissione per il Partito popolare europeo, Ursula von der Leyen, è stata prima designata dal Consiglio europeo (capi di Stato o di governo), poi eletta dal Parlamento europeo (PE). La Presidente uscente, candidata del più grande gruppo politico al PE, è stata, dunque, riconfermata, dopo che il suo gruppo ha ottenuto una chiara maggioranza relativa, in crescita rispetto alle precedenti elezioni europee.

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Gli italiani residenti all’estero sono cittadini di serie B?

di Salvatore Curreri

ELEZIONI POLITICHE 2022 - Termini e modalita' esercizio dell'opzione degli  elettori residenti all'estero per il voto in Italia - Comune di Palermo

1. Uno dei problemi, anche qui sollevato, suscitati dalla proposta di riforma costituzionale sul c.d. premierato riguarda il voto degli italiani all’estero. Problema innanzi tutto rilevante sotto il profilo politico giacché, per quanto gli italiani all’estero che votano siano di solito pochi in termini sia assoluti (1,25 milioni nelle ultime politiche), sia percentuali rispetto agli aventi diritto (appena il 26,36% dei 4,7 milioni di elettori della circoscrizione Estero), il loro voto potrebbe comunque rivelarsi decisivo ai fini dell’esito del voto. Un epilogo giudicato intollerabile, specie da quanti, in modo più o meno esplicito, non hanno mai smesso di esprimere le loro riserve circa l’opportunità delle riforme costituzionali d’inizio secolo che hanno consentito a costoro di votare senza tornare in Patria.

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Autonomia differenziata? È tempo di conti anche per le Regioni scalpitanti

di Camilla Buzzacchi

Approvata la legge n. 86 del 2024 recante Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, il ministro che ne ha sostenuto l’iniziativa ed il percorso nonché il Governo, che dichiara il disegno di differenziazione di tutta coerenza con il quadro politico, territoriale, economico e finanziario del Paese, mostrano la soddisfazione di chi è arrivato all’obiettivo.

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Legge Calderoli: ostacoli procedurali, rimedi auspicabili, abbagli evitabili

di Roberta Calvano

La legge 86/2024, meglio nota come legge Calderoli, ha concluso il suo iter con la promulgazione del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale lo scorso 28 giugno. Decorrono quindi ora i termini per le eventuali richieste referendarie popolari o di cinque consigli regionali, nonché i sessanta giorni per l’impugnazione della legge dinanzi alla Corte costituzionale da parte delle Regioni che ritengano lese le proprie competenze.

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Signora Presidente, la risposta alla sua domanda non la chieda a Mattarella, ma all’art. 49 Cost.,

 

di Roberto Bin

“E’ lecito infiltrarsi nei partiti?” si chiede Meloni: e rivolge la domanda al Presidente della Repubblica, lamentando “una pratica da regime” (forse mai era capitato prima che fosse un capo di governo a denunciare il pericolo che si stesse instaurando “un regime”nel suo Paese!). Ma la domanda è mal indirizzata. Perché la risposta la troverebbe nella Costituzione, se solo avesse l’accortezza di sfogliarla ogni tanto. E la troverebbe esattamente nell’art. 49, quello che si occupa dei partiti politici.

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Organizzazione delle liste elettorali, esercizio del diritto di voto e tutela dei dati personali nel solco del primato del diritto europeo: riflessioni a margine di una recente decisione della Corte di Cassazione

di Paola Pannia*

Con sentenza n. 9428 del 2024, depositata il 9 aprile 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su una questione più che mai urgente e attuale: la suddivisione per “uomini e donne” delle liste, degli elenchi e degli schedari elettorali. Questa organizzazione è frutto delle previsioni contenute nel Dpr n. 223/1967, articoli 5, 8, 16 e 37, sulla cui legittimità costituzionale la Corte di Cassazione è stata chiamata ad esprimersi con la sentenza in commento.

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La sentenza del caso climatico “Giudizio Universale” è nulla

di Alfio Giaccardi

Molto si sta discutendo intorno alla sentenza del Tribunale civile di Roma sul caso climatico “Giudizio Universale”, soprattutto dopo le successive decisioni della Corte di Strasburgo, in materia sempre climatica. Un profilo determinante, tuttavia, sembra ancora non essere emerso. Forse, si spiega con la mancata lettura delle corpose, articolate e dettagliatamente documentate difese degli avvocati della causa.

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di Alfio Giaccardi

Molto si sta discutendo intorno alla sentenza del Tribunale civile di Roma sul caso climatico “Giudizio Universale”, soprattutto dopo le successive decisioni della Corte di Strasburgo, in materia sempre climatica. Un profilo determinante, tuttavia, sembra ancora non essere emerso. Forse, si spiega con la mancata lettura delle corpose, articolate e dettagliatamente documentate difese degli avvocati della causa.

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Il Wall Street Consensus sbarca in Eurolandia

di Andrea Guazzarotti*

Il Parlamento europeo ha appena approvato il nuovo Patto di stabilità (e crescita?) destinato, dopo la sospensione del vecchio Patto durante la pandemia, a vincolare i futuri piani di bilancio degli Stati dell’UE. Dopo lunghe negoziazioni – e nonostante il mea culpa della Commissione sui guasti prodotti dal vecchio – il nuovo Patto riproduce la stessa logica ispirata all’austerity e alla diffidenza di Germania e ‘frugali’ per gli investimenti pubblici a debito.

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