I referendum abrogativi del 2025: una nuova occasione per il voto fuori sede

di Alessandro De Nicola*

La decisione della Corte costituzionale sull’ammissibilità di cinque quesiti referendari pone il Parlamento dinanzi all’imperativo di procedere con sollecitudine all’approvazione di una disciplina che agevoli l’esercizio del voto per quegli elettori che si trovino fuori dal comune di residenza nel giorno della consultazione.

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Legge Calderoli: ostacoli procedurali, rimedi auspicabili, abbagli evitabili

di Roberta Calvano

La legge 86/2024, meglio nota come legge Calderoli, ha concluso il suo iter con la promulgazione del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale lo scorso 28 giugno. Decorrono quindi ora i termini per le eventuali richieste referendarie popolari o di cinque consigli regionali, nonché i sessanta giorni per l’impugnazione della legge dinanzi alla Corte costituzionale da parte delle Regioni che ritengano lese le proprie competenze.

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Temi e problemi del quesito referendario sulla legge Severino

di Alessandro Gigliotti

Il primo quesito referendario sul quale gli italiani saranno chiamati a votare il prossimo 12 giugno è tra i più semplici e lineari, avendo ad oggetto l’abrogazione totale di un atto legislativo – cosa che, ormai, rappresenta quasi un’eccezione, dato che nella stragrande maggioranza dei casi i quesiti sono non soltanto parziali ma altresì redatti utilizzando la tecnica del ritaglio di singole porzioni di testo, non sempre aventi un autonomo valore linguistico prima ancora che normativo – e ponendo pertanto l’elettore di fronte alla scelta se abrogare un intero e sistematico apparato di norme o mantenerlo in vigore.

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Sul quorum nei referendum per le variazioni territoriali dei comuni. Il caso veneziano non è affatto banale

di Giacomo Menegus Roberto Bin

Nella giornata del 7 ottobre scorso si è tenuta, dinanzi al Tar Veneto, la discussione del ricorso proposto da uno dei promotori della separazione tra Mestre e Venezia, fallita il 1° dicembre 2019 a causa del mancato raggiungimento del quorum al referendum. Gli aventi diritto recatisi alle urne sono stati solo il 21,73%, con i Sì che hanno (inutilmente) prevalso sui No, attestandosi al 66,11%.

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Perché ciò che Sabino Cassese sostiene contro il referendum elettorale non può essere condiviso

di Andrea Morrone

Sostiene Sabino Cassese (cfr. I rischi che si corrono a giocare con le leggi, in Corriere della sera dell’11 gennaio 2020), che il referendum elettorale per l’introduzione dei collegi uninominali sarebbe inammissibile, perché il “furbo architetto” della proposta avrebbe confezionato un quesito mediante un collage di norme, pensate per fini diversi e, quindi, prese a caso, facendo come “Tarzan che, per muoversi velocemente nella giungla, andava con liane da un albero all’altro”.

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Chi ha paura del popolo? Perché il PD dovrebbe promuovere il referendum sul taglio dei parlamentari. Un’opinione controcorrente

di Marco Antonio Simonelli*

Mentre pensavo a momenti storici simili al voto di martedì 8 ottobre, con il quale la Camera ha dato via libera alla modifica degli Articoli 56 e 57 della Costituzione, mi sono venuti in mente solo parlamenti codardi che si sono spogliati dei propri poteri in favore di dittatori e caudilli. Azzardare simili accostamenti sarebbe fuori luogo, ma la legge di revisione costituzionale appena licenziata è sicuramente un singolarissimo caso di automutilazione parlamentare.

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Dal “Rosatellum” al maggioritario puro via referendum? Un quesito difficilmente ammissibile

di Alberto Di Chiara

Nei giorni scorsi l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha proposto l’indizione di un referendum abrogativo, su iniziativa di almeno cinque Consigli regionali, per eliminare la quota proporzionale della legge elettorale vigente, pari ai due terzi dei seggi: la normativa di risulta darebbe vita ad un sistema maggioritario puro, analogo a quello vigente nel Regno Unito.

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Francia: riflettendo su un “referendum di iniziativa condivisa”

di Marta Giacomini

Mentre in Italia la riforma costituzionale per introdurre il referendum propositivo è in discussione al Senato, l’11 aprile scorso l’Assemblea nazionale francese ha adottato il testo definitivo della c.d. loi PACTE, vale a dire la legge che prevede il contestato progetto del Presidente Macron per la privatizzazione degli aeroporti di Parigi.

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