di Antonio D’Andrea
Occorre prendere atto, sia pur sconcertati e/o dispiaciuti, di certo non particolarmente sorpresi, di una crisi profonda delle relazioni in senso lato di natura geopolitica tra l’attuale Esecutivo statunitense appena insediato (e destinato a durare per i prossimi quattro anni) e segnatamente altri Governi di Stati europei alcuni dei quali arrivati al capolinea (si voterà in questa settimana in Germania e anche in Francia è oramai chiara la debolezza della maggioranza parlamentare che fa capo a Macron).