di Antonio Ramenghi
E’ tempo di dichiarazione dei redditi. Non felicissimo. Per nessuno. Pagare le tasse, a questi livelli, non è proprio un piacere, ma resta un dovere per tutti, se proprio non si vuol dire come sosteneva il compianto ministro Tommaso Padoa Schioppa, che pagare le tasse è bello… Nel compiere questo bel dovere abbiamo la possibilità di scegliere come finalizzare parte della nostra contribuzione. Un modo per incidere, ciascuno con una quota del proprio reddito, sulla vita della comunità nazionale e locale, esercitando tutte e tre le opzioni relativamente alla destinazione dell’8, del 5, del 2 per mille del reddito.
Tre opzioni che non tutti esercitano. Ed è a mio parere un errore, perché in questo modo si rinuncia a esprimere il proprio pensiero e a sostenere concretamente realtà importanti che riguardano il credo religioso, la ricerca scientifica, la difesa del territorio e dei beni artistici e culturali, la galassia del volontariato e le organizzazioni che si occupano di medicina e cura, di assistenza e prevenzione, l’organizzazione politica che si esprime nei partiti. Sono convinto che se tutti esercitassero queste tre opzioni, le cose andrebbero meglio su molti fronti.
Nei modelli predisposti per la dichiarazione dei redditi le possibili opzioni per la destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille sono in larga misura indicate. Può essere utile ricordarle nel dettaglio, rinviando al link dell’agenzia delle entrate per il lungo elenco dei destinatari del 5 per mille. Qui sotto sono indicati i codici di ciascun partito politico che non sono riportati nei modelli. Anche il 2 per mille è importante e, come descritto il un precedente articolo, sono ancora pochi i cittadini che se ne servono per sostenere il proprio partito.