Dei riferimenti giuridici della questione dei rifugiati si parla poco. Anche se non risolutivi, andrebbero fissati, data la stratificazione delle norme, in modo che criteri diversi, etici o politici, siano applicati all’interno dell’area normativa.
La legittimità del regolamento interno del gruppo parlamentare del M5S sul tavolo della Presidente del Senato
Al rientro dal suo viaggio istituzionale negli Stati Uniti, la Presidente del Senato troverà ancora sulla sua scrivania la lettera del 30 aprile con cui il sen. Parrini le chiede “di esprimere una chiara valutazione sulle disposizioni contenute” nel regolamento del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle del Senato.
Un governo culturalmente incostituzionale?
1. I botti iniziali, riguardanti la formazione dell’esecutivo, hanno lasciato il passo alla rassegnazione? Forse sì. Vero che di leggi se ne sono viste poche, al contrario delle tante parole e di qualche rilevantissimo fatto. Vero che le caselle dei più importanti uffici ministeriali sono state riempite da poco. Eppure, se valutiamo parole e fatti, siamo già alle prese con un governo che dovrebbe catalizzare le attenzioni dei più. Quanto meno preoccupare i più.
Fascismo e compiti della scuola
Qualcuno ricorderà come lo scorso mese una classe del liceo Socrate di Roma (Garbatella) sia finita sui principali quotidiani nazionali perché, nel mettersi in posa per la foto di classe, aveva alzato il braccio destro a rievocare il saluto romano.
Austerity e cattiva gestione dell’immigrazione: lezioni dalla Germania
La questione migratoria sta diventando cruciale negli stati europei e nelle istituzioni dell’UE: se la minaccia alla stabilità dell’Eurozona sembrava potesse venire dalla finanza, oggi sembra che la madre di tutte le instabilità sia la questione migratoria. Ma cattive ricette economiche e cattiva gestione delle politiche migratorie sono due aspetti collegati. A mostrarcelo è la Germania.
Le conclusioni del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2018 sulle migrazioni: più autorità e meno diritti nello spazio Schengen
Chi pensava che le vicissitudini della nave Aquarius avrebbero influito sulle decisioni di politica migratoria del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018, sarà probabilmente rimasto deluso: al vertice di Bruxelles hanno prevalso le divisioni, i nazionalismi, l’antagonismo che caratterizza il comportamento degli Stati membri di fronte al dilemma tra chiusura e apertura dello spazio Schengen.
Una procedura d’infrazione contro la Polonia
In questo giornale si è più volte dato conto della preoccupante situazione delle istituzioni polacche (1, 2, 3, 4): la maggioranza di governo, in linea con una deleteria tendenza che sembra accompagnare altri Paesi dell’est Europa, ha da tempo avviato (e in gran parte concluso) una serie di riforme finalizzate a pregiudicare l’indipendenza e l’autonomia del potere giudiziario, con l’evidente obiettivo di sottoporlo al controllo dell’Esecutivo.
Sondaggi infelici: il Ministro per la democrazia diretta e il suo partito riusciranno a capire la lezione?
Tra i molti lussi che il nostro Paese si concede c’è anche quello di avere un Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia Diretta. Chi lo ha inventato probabilmente non sapeva bene che compiti fossero istituzionalmente affidati al ministro per i rapporti con il Parlamento (era il ministero di M. Elena Boschi, per intenderci). I compiti del ministero sono ben definiti sin dal 2012:
La riforma dei vitalizi in corso
Il presidente della Camera Roberto Fico ha sottoposto all’ufficio di presidenza della Camera nella seduta del 27 giugno una proposta di delibera volta a riformare i così detti assegni vitalizi. Quelle erogazioni che percepiscono i deputati cessati dal mandato prima del 31 dicembre 2011.
“Ciò che il popolo vuole”: i pericoli del linguaggio “senza peli sulla lingua”
Le invettive verbali consumate attraverso vari strumenti tra i quali primeggia il web, gli attacchi personali e l’irrisione dell’interlocutore non allineato in occasione della partecipazione a dibattiti pubblici (che sempre più interessano – fatta salva la claque da riporto – i soli “guardoni” delle risse mediatiche), il gusto compiaciuto per l’allusione malevola diretta anche nei confronti di chi non è posto in grado di replicare, rappresentano
Europa c. nazionalismo, ci si gioca la pace
di Roberto Bin
Settant’anni di pace non sono pochi, almeno non lo sono in quel continente europeo che è stato lacerato da guerre cicliche e devastanti, sommate a tumulti rivoluzioni e guerre civili. Da quando? Praticamente da sempre. Il merito di una pace lunga e – almeno sino a poco tempo fa – ben radicata nei paesi dell’Europa occidentale (perché in quella orientale ci si è massacrati nella ex-Jugoslavia e ancora lo si fa nel Donbass) sembrava un dato acquisito per sempre. E invece qualcosa si sta incrinando.
A mente fredda. I poteri del Presidente della Repubblica e l’importanza delle prassi
di Roberto BinNei giorni passati le vicende della formazione del Governo Conte hanno suscitato commenti, giudizi, critiche che hanno posto al centro dell’attenzione i poteri del Presidente della Repubblica e i vincoli costituzionali. Molti i commenti che si sono susseguiti anche in questo giornale, sia sulla legittimità del rifiuto di Mattarella di nominare il ministro dell’economia “proposto” da Conte sia sulla sua opportunità. Ora che la questione si è raffreddata merita riproporla per una riflessione più posata. Anche perché alcuni nodi restano irrisolti e questo minaccia di accendere altre crisi costituzionali, prevedibili come in fondo lo è stata quella appena sopita.