di Roberto Bin
Già nei pochi giorni trascorsi dal suo insediamento, Trump ha attratto l’allarmata attenzione del mondo per i primi atti firmati. Oltre alle nomine, quelli più discussi sono gli executive orders emanati da Trump in materia di immigrazione, controlli ambientali, contenimento della spesa sanitaria ecc. Ma cosa sono gli executive orders?
La Costituzione non li prevede, sono però giustificati in base all’art. II, che attribuisce il potere esecutivo al Presidente. Certe volte essi sono autorizzati da una legge che delega all’esecutivo la sua attuazione (questi atti assomigliano ai nostri decreti legislativi delegati), ma per lo più sono atti emanati dal Presidente senza alcun passaggio in Parlamento (al contrario dei nostri decreti-legge, che devono essere immediatamente presentati alle Camere e da queste convertiti in legge entro 60 giorni).
Tutti i Presidenti hanno fatto ricorso a questo tipo di atti, che vengono da tempo pubblicati e numerati (i decreti di Trump iniziano con il numero 13.765). Obama ne ha firmati 276 al fine di aggirare la dura opposizione dei repubblicani in parlamento: nulla però in confronto a F.D. Roosevelt, che ne emanò ben 3.721, tra cui uno che ordinò l’internamento di 120.000 americani di origine giapponese.
Gli executive orders sono dunque atti autonomi decisi dal Presidente, che però non hanno forza di legge, non possono cioè andare contro quello che la legge dispone: di solito contengono una clausola finale che esplicitamente esclude la possibilità che contrastino con le leggi. Di conseguenza questi atti possono essere disapplicati da qualsiasi giudice se considerati in contrasto con le leggi in vigore.
Il sistema di divisione dei poteri fa sì che il Presidente può imporre il proprio indirizzo politico tramite questo tipo di atti, ma ovviamente il parlamento può fare leggi che ad essi si oppongono; le leggi prevalgono, ma il Presidente può negare loro il visto ponendo il veto, che però potrà essere superato dalle Camere riapprovando la legge a maggioranza dei 2/3 e a scrutinio palese. Per altro verso, gli executive orders dovrebbero essere rivisti (“for form and legality”) dall’Office of Legal Counsel, che è un organo di consulenza tecnico-giuridica istituito presso il Dipartimento di giustizia. Ma quello che l’ufficio ha detto a proposito degli executive orders di Trump non è tra i pareri che sono ritenuti meritevoli di pubblicazione on-line.
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